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“Antenne Antidiscriminazione Attive” sulle violenze alle donne con disabilità

Tra le spinte che hanno portato l’Associazione ANFFAS a promuovere il progetto “AAA – Antenne Antidiscriminazione Attive”, al cui percorso formativo ogni Associazione o Ente potrà candidarsi a partecipare fino al 10 giugno, vi è certamente stata la consapevolezza di quanto sia urgente e grave la situazione, rispetto alle violenze subite da donne e ragazze con disabilità. «Quando infatti le discriminazioni sono difficilmente individuabili – dicono dall’ANFFAS – e rivolte a “categorie fragili”, quali le donne, i giovani e gli anziani con disabilità, le conseguenze psicofisiche sono devastanti».*

Una donna ritratta di spalle mentre in controluce guarda il sole che si alza dietro alcuni alberi sfuocati.

Come avevamo segnalato dal portale «Superando.it» nei giorni scorsi, sono aperte fino al 10 giugno (tramite il modulo presente a questo link) le candidature da parte di Associazioni ed Enti, per partecipare al percorso formativo del progetto AAA – Antenne Antidiscriminazione Attive, iniziativa promossa dall’ANFFAS (Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale), finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e interamente sostenuta dalla rete della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), che punta a dare vita a un’Agenzia Nazionale con funzione di cabina regia e coordinamento, forte di un raccordo con una radicata rete territoriale di “Antenne Antidiscriminazione”, collegate anche con le Associazioni ANFFAS e non, che siano o meno iscritte nel Registro Nazionale degli Enti legittimati ad agire come da Legge 67/2006, per riconoscere e quindi contrastare ogni forma di discriminazione diretta e indiretta basata sulla disabilità, con un focus specifico sulle disabilità intellettive e i disturbi del neurosviluppo.

L’importante progetto, dunque, sta per entrare nella sua fase più strettamente operativa e tra le discriminazioni che ne saranno al centro, l’ANFFAS accende oggi i riflettori su quelle subite dalle donne e dalle ragazze con disabilità, ricordando tra l’altro le due edizioni dell’indagine VERA (Violence Emergence, Recognition and Awareness, in italiano “Emersione, riconoscimento e consapevolezza della violenza”), promosse dalla FISH – cui l’ANFFAS aderisce – la prima delle quali era stata svolta in collaborazione con l’Associazione Differenza Donna, la seconda, invece è stata interamente curata dalla Federazione. Senza dimenticare, aggiungiamo, l’ulteriore progetto della FISH denominato Disabilità: la discriminazione non si somma, si moltiplica, volto a contrastare le discriminazioni multiple, che tra le cinque aree tematiche esplorate, ne ha dedicata una specificamente alle discriminazioni di genere.
«Il tema – sottolineano dall’ANFFAS – è estremamente delicato e ancora poco conosciuto, in quanto le violenze di genere raramente vengono connesse con quelle riguardanti la disabilità, ma il fenomeno non è da sottovalutare e se analizzati più da vicino, i dati finora disponibili sono inquietanti, rilevando, ad esempio, che quasi il 65% delle donne con disabilità ha subìto una qualche forma di violenza, anche se solo un terzo la riconosce come tale. Basti pensare, tra le storie prodotte dalla FISH nell’àmbito della propria ricerca, a quella di Lina, che ha raccontato come la sua disabilità intellettiva abbia influito sul disinteresse delle Forze dell’Ordine per l’episodio di violenza subìto. Oggi però Lina è serena e dice a tutte le donne di non avere paura».

«Ciò che appare chiaro – annotano ancora dall’ANFFAS – è certamente una sostanziale carenza di informazioni riguardanti le dinamiche, le cause, le concause e le possibili azioni risolutive che possono essere intraprese non solo dalle vittime e dai loro familiari, ma dalla comunità tutta, a partire dai comuni cittadini, passando per amministratori pubblici, comunità educante, fino ad arrivare a coloro i quali potrebbero avere la reale possibilità di combattere le discriminazioni».

Tra le varie spinte, quindi, che hanno portato l’ANFFAS a promuovere il progetto AAA – Antenne Antidiscriminazione Attive, vi è stata proprio la consapevolezza di quanto sia urgente e grave la situazione, rispetto alle violenze subite da donne e ragazze con disabilità. «Quando infatti le discriminazioni sono difficilmente individuabili – spiegano dall’ANFFAS – e quando sono rivolte a “categorie fragili”, quali le donne, i giovani e gli anziani con disabilità, le conseguenze psicofisiche sono devastanti».

Attraverso dunque un articolato percorso formativo l’ANFFAS ha predisposto una serie di attività rivolte a diversi soggetti, tra cui professionisti/operatori/tecnici, persone con disabilità, familiari e leader associativi, con l’obiettivo che è segnatamente quello di imparare a riconoscere, contrastare e rimuovere pratiche, atti e attività discriminatorie». (Stefano Borgato)

 

Ricordiamo ancora il link al modulo che consente di candidarsi a partecipare al progetto ANFFAS AAA – Antenne Antidiscriminazione Attive (entro il 10 giugno). A quest’altro link, invece, è disponibile il Piano formativo del progetto stesso, con le varie date programmate. Per ulteriori informazioni: nazionale@anffas.net (riferimento: Silvia Sanfilippo); comunicazione@anffas.net.

 

* Il presente testo è già stato pubblicato su «Superando.it», il portale promosso dalla FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), e viene qui ripreso, con lievi adattamenti al diverso contesto, per gentile concessione.

 

Vedi anche:

ANFFAS Nazionale – Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale.

Progetto AAA – Antenne Antidiscriminazione Attive.

 

Ultimo aggiornamento il 24 Maggio 2022 da Simona