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I segni contro la violenza alle donne

Si intitola così la pregevole ed importante iniziativa lanciata da DiRe Donne in rete contro la violenza nell’ambito della campagna europea “Step up!”. Essa consiste in un filmato, realizzato nella Lingua Italiana dei Segni (LIS), con due messaggi forti: dire basta alla violenza contro le donne (anche quelle disabili), e porre il tema della comunicazione accessibile alle donne sorde nei percorsi antiviolenza.

Clarissa Bartolini in un momento del filmato “I segni contro la violenza alle donne”.
Clarissa Bartolini in un momento del filmato “I segni contro la violenza alle donne”.

Laureata in Scienze Motorie e Sportive, una specializzazione in Ginnastica Adattativa e Preventiva, interessata una forma di sordità congenita, militante nell’Ente Nazionale Sordi (ENS), Clarissa Bartolini è da anni impegnata nel far emergere il fenomeno della violenza sulle donne con disabilità, ed in particolare sulle donne sorde. Sono lei e l’interprete Moira Pompili le protagoniste del filmato “I segni contro la violenza alle donne” (4.42 minuti) realizzato nella Lingua Italiana dei Segni (LIS) e sottotitolato, allo scopo dare anche alle donne sorde vittime della violenza di genere che utilizzano questo linguaggio per comunicare, le informazioni utili per ricevere ascolto, supporto, protezione e accoglienza. Un video che va a toccare una dolorosa lacuna: la larghissima maggioranza dei servizi e dei centri antiviolenza sono impreparati a comunicare con le donne sorde, e spesso non sono stati pensati e realizzati con criteri di accessibilità tali da consentire alle donne con disabilità diverse di fruirne in condizioni di uguaglianza con le altre donne. 

Il logo della campagna “Step up!” di WAVE, la Rete Europea contro la violenza alle donne. Esso reca la scritta in verde “Step up! Campaign”, ed un cerchio blu che racchiude la scritta WAVE ed una piccola onda verde.
Il logo della campagna “Step up!” di WAVE, la Rete Europea contro la violenza alle donne. Esso reca la scritta in verde “Step up! Campaign”, ed un cerchio blu che racchiude la scritta WAVE ed una piccola onda verde.

L’iniziativa è stata lanciata da DiRe Donne in rete contro la violenzanell’ambito della campagna europea “Step up!” sui diritti delle donne che subiscono violenza e dei loro figli. «Le donne con disabilità hanno da 2 a 5 volte più probabilità di essere vittime di violenza rispetto alle donne non disabili. L’accesso ai servizi di giustizia, assistenza e protezione è spesso impossibile per loro a causa delle barriere fisiche e delle difficoltà di comunicazione» hanno dichiarato Alice Degl’Innocenti e Anna Pramstrahler, responsabili per D.i.Re della campagna europea e ideatrici del filmato (Step Up!” perché anche le donne sorde possano dire (in Lis) no alla violenza, «SuperAbile», 31 gennaio 2018).

E se è vero che non tutte le donne/persone sorde utilizzano la LIS per comunicare, lo è altrettanto che la sordità colpisce la dimensione relazionale e comunicativa dell’individuo, e questo spesso si traduce in discriminazioni in tutti gli ambiti della loro vita. Rimanendo in tema di violenza, il numero 1522 – che costituisce uno degli accessi privilegiati ai servizi antiviolenza – ben difficilmente può essere utilizzato dalle donne sorde, ma anche dalle donne con tetraparesi, o da quelle che hanno difficoltà ad utilizzare un telefono con la necessaria riservatezza. Le difficoltà comunicative possono avere rilevanza in tutte le fasi del percorso antiviolenza, nel contatto coi servizi, negli scambi con i professionisti, nello sporgere denuncia, nelle comunicazioni con i legali, nel sostenere un processo…

Il filmato descrive diversi tipi di violenza – fisica, sessuale, economica, psicologica, la minaccia di perdere i propri figli, la violenza assistita dai bambini –, ed invita le donne a rivolgersi ai centri antiviolenza, nei quali sono garantiti anonimato, riservatezza, ascolto, accoglienza, informazioni, sostegno ed accompagnamento verso una via d’uscita sicura per la donna e per i suoi figli e figlie. I centri antiviolenza possono offrire anche la consulenza di legali esperte, e la possibilità della messa in sicurezza grazie a case rifugio. DiRe Donne in rete contro la violenza è appunto la rete che li riunisce, essa si compone di 80 centri distribuiti in tutta Italia. Le donne che ne hanno necessità sono invitate a contattare quello più vicino tramite messaggio ai recapiti forniti in un’apposita pagina del sito di DiRe.

Dire basta alla violenza contro le donne (anche quelle disabili) e porre il tema della comunicazione accessibile alle donne sorde nei percorsi antiviolenza sono i temi forti lanciati da questa pregevole ed importante iniziativa. Ne auspichiamo altre che affrontino il tema dell’accessibilità dei servizi e dei centri antiviolenza in termini complessivi, affinché essi diventino realmente fruibili da tutte le donne con disabilità diverse che dovessero averne bisogno, perché davvero a nessuna di loro sia preclusa la possibilità di ricevere ascolto, aiuto ed accoglienza.

 

Simona Lancioni
Responsabile del centro Informare un’h di Peccioli (PI)

 

Per approfondire:

DiRe Donne in rete contro la violenza, La lingua dei segni contro la violenza alle donne, regista: Mauro Santacroce, interprete della Lingua Italiana dei Segni: Moira Pompili, ideazione: Alice Degl’Innocenti e Anna Pramstrahler, con la collaborazione di Clarissa Bartolini, filmato realizzato nell’ambito della campagna europea “Step up!”, durata: 4.42 minuti, accorgimenti di accessibilità: impiego della Lingua Italiana dei Segni e sottotitolazione, YouTube, 15 gennaio 2018.

DiRe Donne in rete contro la violenza.

WAVE – Women Against Violence Europe (Rete Europea contro la violenza alle donne, sito in lingua inglese).

La campagna “Step up! di WAVE.

Sezione del centro Informare un’h dedicata al tema “La violenza nei confronti delle donne con disabilità”.

Sezione del centro Informare un’h dedicata al tema “Donne con disabilità”.

 

Ultimo aggiornamento: 1 febbraio 2018

Ultimo aggiornamento il 1 Febbraio 2018 da Simona