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La UILDM e la FISH aderiscono alla campagna “Dateci i dati!” in tema di violenza sulle donne con disabilità

Nei giorni scorsi il centro Informare un’h ha lanciato “Dateci i dati!”, una campagna di sensibilizzazione per promuovere indagini statistiche sulla violenza contro le donne con disabilità. Ebbene, segnaliamo con piacere che l’iniziativa ha riscosso le sue prime due importanti adesioni: quella della UILDM Nazionale (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare) e quella della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap).

 

Particolare di una donna ritratta di spalle ed in controluce.

Nei giorni scorsi il centro Informare un’h ha lanciato “Dateci i dati!”, una campagna di sensibilizzazione per promuovere indagini statistiche sulla violenza contro le donne con disabilità. Ebbene, segnaliamo con piacere che l’iniziativa ha riscosso le sue prime due importanti adesioni: quella della UILDM Nazionale (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare) e quella della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap).

La campagna è finalizzata a chiedere delle integrazioni alla Proposta di Legge n. 2805, avente ad oggetto le “Disposizioni in materia di statistiche in tema di violenza di genere”, che è stata già approvata al Senato ed ora è in dirittura d’arrivo alla Camera. Si tratta di un testo di rilevanza strategica nel contrasto alla violenza di genere perché sistematizza la raccolta dati su questo fenomeno disponendo che l’ISTAT (l’Istituto nazionale di statistica) e il SISTAN (ovvero il Sistema statistico nazionale) realizzino, «con cadenza triennale, un’indagine campionaria interamente dedicata alla violenza contro le donne che produca stime anche sulla parte sommersa dei diversi tipi di violenza». Il provvedimento, pur essendo apprezzabile nelle sue finalità e nei contenuti, si configura discriminatorio sulla base della disabilità per due motivi: perché non prevede che i dati raccolti nelle indagini triennali vengano disaggregati anche per la variabile della disabilità, e perché non prescrive che le rilevazioni previste per i centri antiviolenza e le case rifugio raccolgano informazioni sull’accessibilità di luoghi e servizi. Riconoscendo l’importanza del provvedimento, la campagna non è volta a fermarne l’iter, cosa che molto probabilmente ne impedirebbe l’approvazione entro la fine della legislatura, bensì ad attivare la procedura prevista nella stessa Proposta di Legge in base alla quale la Ministra con delega alle Pari Opportunità, a cui è affidato il potere di indirizzo in merito all’individuazione delle esigenze di rilevazione statistica in materia di prevenzione e contrasto della violenza contro le donne, può integrare i quesiti già previsti nel testo con appositi provvedimenti volti a sanare le criticità riscontrate. La questione è tutt’altro che secondaria perché le donne con disabilità sono esposte alla violenza di genere più delle altre donne e la mancanza di dati statistici impedirebbe di definire politiche di contrasto alla violenza specifiche per le loro caratteristiche. La rilevazione sull’accessibilità dei centri antiviolenza e delle case rifugio ha invece lo scopo di individuare le barriere di varia natura che le donne con disabilità incontrano nell’accedere a questi servizi, e definire un piano di abbattimento delle stesse.

Siamo particolarmente lieti che la UILDM e la FISH abbiano sposato questa iniziativa, e non c’è da rimanerne sorpresi visto che queste due organizzazioni sono state le prime a ratificare il “Secondo Manifesto sui diritti delle Donne e delle Ragazze con Disabilità nell’Unione Europea” non appena, nel 2017, il Forum Europeo sulla Disabilità (EDF) ha riconosciuto la traduzione italiana di questo importante documento. La UILDM ha sempre prestato particolare attenzione alle questioni di genere, è certamente una pioniera visto che ha al suo interno un Gruppo Donne attivo sin dal 1998, e recentemente ha pubblicato i risultati di un’indagine qualitativa sui temi della “Sessualità, maternità, disabilità” rivolta proprio alle donne con disabilità, mentre è tutt’ora in corso un’altra indagine finalizzata a rilavare l’accessibilità dei servizi ostetrico-ginecologici alle donne con disabilità. Lo stesso centro Informare un’h, che cura un’aggiornatissima sezione documentaria in tema di disabilità al femminile, è espressione di un’articolazione dell’Associazione, la UILDM sezione di Pisa. Anche la FISH ha un Gruppo Donne al suo interno e svolge apprezzabili attività in quest’area. Nel 2018 ha approvato una specifica Mozione in tema di genere e disabilità con la quale si è impegnata a lavorare su questi temi. Ha promosso due edizioni dell’indagine VERA (Violence Emergence, Recognition and Awareness, in italiano “Emersione, riconoscimento e consapevolezza della violenza”), specificamente rivolta a donne con disabilità che hanno subìto violenza, la prima svolta nel 2018-2019 in collaborazione con l’Associazione Differenza Donna, la seconda edizione, del 2020, interamente curata dalla Federazione. Inoltre, nel 2000, la FISH ha realizzato un progetto per contrastare le discriminazioni multiple dal titolo “Disabilità: la discriminazione non si somma, si moltiplica”, che ha esplorato cinque aree tematiche, una delle quali dedicata alle discriminazioni di genere.

Tuttavia è bene precisare che, anche se le indagini condotte da questi Enti hanno il merito di far emergere le discriminazioni di genere sistemiche, esse non sono di tipo probabilistico, e dunque non consentono di passare dai dati del campione a quelli della popolazione. Ciò non per cattiva volontà, ma semplicemente perché tali Enti non dispongono degli strumenti e delle risorse necessarie a condurre indagini di questo tipo. Per questo motivo è impostante che siano gli Istituti di Ricerca a svolgere queste rilevazioni che servono da base per qualsiasi proposta politica di contrasto alla violenza sulle donne con disabilità.

In conclusione un’ultima annotazione. In attuazione dell’articolo 3 della Legge 18/2009, con la quale l’Italia ha ratificato la Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità, è stato istituito l’Osservatorio nazionale sulla condizione delle persone con disabilità, che ha tra i suoi componenti anche i/le rappresentanti delle associazioni nazionali maggiormente rappresentative delle persone con disabilità, e concorre a definire le politiche per le persone con disabilità del nostro Paese. Uno dei 13 Gruppi di lavoro – il Gruppo 9 – è dedicato alle Donne con disabilità. È interessante leggere la prima delle proposte politiche contenuta nel Documento programmatico di sintesi approvato dal Gruppo in questione il 25 novembre 2021: «integrare il fattore disabilità nelle politiche di genere, il fattore genere nelle politiche inerenti i diritti delle persone con disabilità, anche per ciò che riguarda la raccolta dati e le indagini statistiche, in primo luogo a cura di ISTAT. […] Con particolare riferimento al tema del contrasto alla violenza di genere, sarà particolarmente importante che operatori e operatrici delle reti antiviolenza raccolgano dati disaggregati – tra gli altri fattori – anche per la disabilità, nel momento della presa in carico delle vittime di violenza». Alla fine il problema è sempre il solito: quando devono essere definiti provvedimenti che riguardano anche le persone con disabilità, ed in particolare le donne, queste non vengono coinvolte, con il risultato di commettere gli errori che riscontriamo anche nella Proposta di Legge n. 2805.

Simona Lancioni
Responsabile di Informare un’h – Centro Gabriele e Lorenzo Giuntinelli di Peccioli (Pisa)

 

Vedi anche:

Dateci i dati! Campagna per promuovere indagini sulla violenza contro le donne disabili, «Informare un’h», 28 marzo 2022.

UILDM Nazionale – Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare.

FISH – Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap

Sezione del centro Informare un’h dedicata al tema “La violenza nei confronti delle donne con disabilità”.

Sezione del centro Informare un’h dedicata al tema “Donne con disabilità”.

 

 

Ultimo aggiornamento il 30 Marzo 2022 da Simona