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#Rifiorire, una buona campagna contro la violenza sulle persone con disabilità

A partire dal 9 novembre scorso l’Associazione Verba di Torino (che gestisce il Servizio Antiviolenza Disabili – Il Fior di Loto) ha lanciato #Rifiorire, una campagna di comunicazione online per informare e sensibilizzare la popolazione sulla violenza contro le persone con disabilità. La campagna, che presenta caratteristiche innovative, prevede che i profili Facebook e Instagram dell’Associazione siano animati con spunti di riflessione, racconti di persone che si sono rivolte al Servizio, video informativi, contributi scritti e interazioni con il pubblico chiamato a rispondere alla domanda “cosa significa per te rifiorire?”. L’iniziativa si chiuderà il 25 novembre, con un incontro in diretta Facebook sul tema violenza e disabilità.

 

Fotografia realizzata dalla fotografa Angelika Ejtel. Primo piano in bianco e nero di una giovane donna che accosta un fiore alla bocca.

A partire dal 9 novembre scorso l’Associazione Verba di Torino (che gestisce il Servizio Antiviolenza Disabili – Il Fior di Loto) ha lanciato #Rifiorire, una campagna di comunicazione online per informare e sensibilizzare la popolazione sulla violenza contro le persone con disabilità. L’iniziativa è legata alla Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, che ricorre il 25 novembre, data in cui è prevista la chiusura della campagna stessa.

La campagna è stata ideata da Alessia Gramai, psicologa del Servizio stesso ed esperta di comunicazione sociale. Partendo dalla considerazione che le persone con disabilità talvolta sono esposte a violenza proprio in ragione della disabilità, il Servizio Antiviolenza Disabili non rivolge la propria attività alle sole donne con disabilità, ma anche a uomini con disabilità, e, per farlo adeguatamente, dispone anche di psicologi ed educatori uomini. Infatti, se è vero che le donne con disabilità sono esposte anche alla violenza di genere, la violenza a causa della disabilità colpisce sia le donne che gli uomini, e può essere agita anche da donne.

La campagna prevede diverse iniziative. A partire dal 9 novembre i profili Facebook e Instagram dell’Associazione hanno iniziato ad essere animati con spunti di riflessione, racconti di persone che si sono rivolte al Servizio, video informativi, contributi scritti e interazioni con il pubblico chiamato a rispondere alla domanda “cosa significa per te rifiorire?”.

Una delle immagini con scritte che descrivono i diversi tipi di violenza utilizzata nella campagna #Rifiorire. Nello specifico essa definisce la negazione dell’assistenza alla persona come una forma di violenza.

Tra gli strumenti ideati per condurre la campagna, alcuni sono costituiti da immagini con scritte che descrivono i diversi tipi di violenza, questo perché una della criticità riscontrate negli studi sul fenomeno in questione è che spesso le vittime non hanno consapevolezza della violenza, e non la sanno riconoscere. L’elemento innovativo e apprezzabile delle definizioni proposte è che in diverse di esse vi è un riferimento esplicito a forme peculiari di violenza a cui sono soggette le persone con disabilità. Vediamo le definizioni proposte. «Ricevere botte, pugni, schiaffi, morsi, calci, bruciature oppure minacce con armi, coltelli o qualsiasi oggetto possa ferire è violenza fisica», si legge in una di esse. «Essere obbligat* ad avere un rapporto sessuale, ricevere dolore intenzionalmente durante il rapporto, essere fotografat* e registrat* durante l’atto sessuale senza consenso e/o con la diffusione del materiale, ricevere telefonate o massaggi a contenuto pornografico è violenza sessuale», si legge in un’altra. «Essere criticat* o pres* in giro per la propria disabilità, essere esclus* dalla vita sociale e di relazione, essere svalutat* con affermazioni come sei brutt* perché sei disabile, sei solo un handicappat*, sei stupid* perché sei disabile, tanto non sei capace/non ce la fai è violenza psicologica», è scritto nella terza. «Essere privat* della pensione di invalidità, non poter gestire il proprio denaro perché sottratto dalla persona con cui si vive, essere costrett* a fornire le informazioni che consentono all’altro di controllare e gestire il conto corrente, non poter decidere come gestire i propri soldi è violenza economica», chiarisce un’altra immagine. «Ricevere ripetutamente chiamate o messaggi non desiderati, essere seguiti di nascosto, essere controllati in tutti gli spostamenti e in tutte le azioni, subire continue intrusioni nella propria vita privata, ricevere minacce è stalking», si legge nella sesta illustrazione. «Se non ti viene data l’assistenza che ti serve per mangiare/bere/lavarti/andare in bagno/uscire, se ti viene proibito di utilizzare gli ausili che ti servono per muoverti, se ti vengono somministrate medicine con la forza o ti non vengono date se necessarie… anche questa è violenza», conclude l’ultima.

Alla domanda “Cosa significa per te rifiorire?” P., di 58 anni, ha risposto: “Per me rifiorire vuol dire basta violenza fisica e verbale e un briciolo di amore”.

Anche il racconto delle storie di persone con disabilità è proposto tenendo presente la variabile della disabilità e garantendo la parità di genere. In un filmato appositamente ideato, ad esempio, sono narrate le storie di una donna e di un uomo, entrambi con disabilità sensoriale  (lei cieca e lui sordo), che hanno subito violenza dai rispettivi partner (un uomo e una donna). In tutte e due le situazioni la disabilità della vittima è stata utilizzata come un elemento per agire un controllo sulla vittima stessa. Entrambe le vittime si sono rivolte al Servizio Antiviolenza Disabili che le ha supportate nel percorso di emancipazione e “rifioritura”.

La campagna si chiude il 25 novembre, alle ore 18.00, con un incontro in diretta Facebook. L’evento sarà moderato da Marianna Dell’Abadia, reporter e inviata di Associazione Volonwrite sulle tematiche di genere, con la quale le professioniste dell’equipe del Servizio Antiviolenza Disabili dialogheranno attorno al tema violenza e disabilità portando i contributi propri della loro professione. Interverranno: Laura Stoppa, psicologa del Servizio Antiviolenza Disabili, Francesca Dentico, educatrice del Servizio Antiviolenza Disabili, Cristina Biglia, ginecologa dell’ambulatorio accessibile Il Fior di Loto, e Marta Petrini, avvocata del Servizio Antiviolenza Disabili. Il servizio di interpretariato LIS (lingua dei segni italiana) sarà offerto da Anna Di Domizio e dalla sua equipe di interpreti, mentre alla regia ci sarà Federico Stella, multimedia manager di Associazione Volonwrite. (Simona Lancioni)

 

Per informazioni: e-mail: verbatorino@gmail.com, telefono: 01101128005, whatsapp: 3519910585

 

Per approfondire:

Associazione Verba di Torino

Servizio Antiviolenza Disabili – Il Fior di Loto dell’Associazione Verba

Sezione del centro Informare un’h dedicata al tema “La violenza nei confronti delle donne con disabilità”.

Sezione del centro Informare un’h dedicata al tema “Donne con disabilità”.

 

 

Ultimo aggiornamento il 18 Novembre 2020 da Simona