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Vogliamo le audiodescrizioni, ma anche le mimose

Nella Giornata internazionale dei diritti della donna c’è chi si limita a regalare mimose, e chi fa qualcosa di diverso. Tra questi ultimi rientra l’Associazione Blindsight Project, che ha deciso di celebrare questa ricorrenza mettendo online la versione audiodescritta del filmato “Silenzi Interrotti”, un corto del 2018 in tema di violenza nei confronti delle donne con disabilità. Se tutte le informazioni dovrebbero essere accessibili, l’accesso alle opere che trattano di violenza di genere dovrebbe diventare una priorità tra le priorità.

Immagine tratta dal filmato “Silenzi interrotti”, realizzato per far emergere il fenomeno della violenza contro le donne con disabilità.

«Vogliamo il pane, ma anche le rose» è lo slogan coniato da Rose Schneiderman (1882-1972), attivista femminista statunitense, nei primi anni del secolo scorso per rivendicare che il lavoro femminile dovesse garantire alle donne di raggiungere anche obiettivi superiori alla mera sussistenza. Lo slogan acquisì una certa notorietà quando venne utilizzato nel famoso sciopero dei lavoratori dell’industria tessile – in maggioranza donne –, svoltosi a Lawrence, nel Massachusetts, nel 1912, per contrastare le condizioni lavorative inumane che caratterizzavano il comparto in questione. È uno slogan efficace poiché mette insieme diritti (il pane) e gentilezza (le rose). Ciò che garantisce la vita e ciò che la colora. Una prospettiva nella quale anche vivere una “vita colorata” diventa essenziale quanto mantenersi in vita.

Lo slogan torna in mente oggi, nella Giornata internazionale dei diritti della donna, mentre i luoghi fisici e virtuali traboccano di mimose. In questa Giornata c’è chi si limita a regalare mimose, e chi fa qualcosa di diverso. Tra questi ultimi rientra l’Associazione Blindsight Project, che ha deciso di celebrare la ricorrenza mettendo online la versione audiodescritta del filmato “Silenzi Interrotti”. Pubblicato nella sua versione originale il 26 novembre 2018, “Silenzi Interrotti” è un corto di 12.40 minuti realizzato dalla FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) e dall’Associazione Differenza Donna. L’iniziativa rientra nell’àmbito di VERAViolence Emergence, Recognition and Awareness (letteralmente: emergenza, riconoscimento e consapevolezza della violenza), un’indagine volta a far emergere il fenomeno violenza contro le donne con disabilità nel contesto italiano. Maria Paola (27 anni), Anicia (28 anni) ed Emanuela (34 anni) sono le tre protagoniste con disabilità dell’opera concretizzata dal regista Ari Takahashi. Tre esperienze di violenza dolorose. Tre testimonianze necessarie.

La versione dell’opera del 2018 era supportata da sottotitoli, un’attenzione fondamentale per chi ha una disabilità uditiva, ma poco utile per chi ha una disabilità visiva e, oltre che accedere ai dialoghi, ha bisogno anche di conoscere i contesti e le altre informazioni affidate al canale visivo. Ora, grazie al lavoro di Diana Como, che ha realizzato i testi, e quello Mario Loreti, che ci ha messo la voce ed ha curato il mix, anche questa barriera è stata abbattuta.

Oggi la sottotitolazione è molto più diffusa di un tempo e possiamo gioirne, come è giusto che sia per tutti gli accorgimenti inclusivi, e tuttavia non possiamo non notare che non vi è la stessa attenzione nel rendere accessibili le opere visive alle persone cieche e ipovedenti. Prova ne sia, ad esempio, che nel piccolo repertorio di “Strumenti per comunicare la discriminazione multipla e la violenza sulle donne con disabilità” solo un’altra opera è dotata di questo tipo di accessibilità, e anche questo accorgimento si deve all’importantissimo lavoro che Blindsight Project svolge in questo campo. Si tratta del filmato francese Violenze del silenzio, realizzato da Femmes pour le Dire, Femmes pour Agir (FDFA) nel 2015, che, appunto, è stato tradotto e audiodescritto da Blindsight Project. Anche l’audiodescrizione dovrebbe essere considerata un elemento essenziale di qualsiasi opera visiva, e dovrebbe essere predisposta, assieme alla sottotitolazione, prima della pubblicazione dell’opera stessa. E se tutte le informazioni dovrebbero essere accessibili, ci sentiamo di affermare che l’accesso alle opere che trattano di violenza di genere dovrebbe diventare una priorità tra le priorità.

Regalare mimose in quest’epoca in cui la guerra insanguina l’Europa ha una valenza rivoluzionaria, ma anche tutelare i diritti umani – e tra questi l’accessibilità e l’inclusione – è una pratica fondamentale per ricordarci di rimanere umani. «Vogliamo le audiodescrizioni, ma anche le mimose», potrebbe essere il nuovo slogan lanciato in questo 8 marzo per i giorni e gli anni che seguiranno. (Simona Lancioni)

 

Vedi anche:

Silenzi interrotti, filmato promosso dall’associazione Differenza Donna e dalla FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) nell’ambito dell’iniziativa VERA – Violence Emergence, Recognition and Awareness rivolta a donne con disabilità; regia, riprese e montaggio: Ari Takahashidurata; versione con audiodescrizione a cura di Blindsight Project; lunghezza: 12.40 minuti; accorgimenti di accessibilità: sottotitolazione e audiodescrizione, YouTube, 7 marzo 2022.

Associazione Blindsight Project.

Strumenti per comunicare la discriminazione multipla e la violenza sulle donne con disabilità, repertorio a cura di Simona Lancioni, «Informare un’h», 14 dicembre 2021.

Un filmato per interrompere il silenzio sulla violenza nei confronti delle donne con disabilità, «Informare un’h», 28 novembre 2018.

Un filmato racconta la violenza nei confronti delle donne con disabilità, «Informare un’h», 2 dicembre 2015.

Blindsight Project ratifica il Manifesto delle donne disabili e commenta il silenzio sulla violenza del Programma d’azione sulla disabilità, «Informare un’h», 28 gennaio 2018.

Sezione del centro Informare un’h dedicata al tema “La violenza nei confronti delle donne con disabilità”.

Sezione del centro Informare un’h dedicata al tema “Donne con disabilità”.

 

Ultimo aggiornamento il 8 Marzo 2022 da Simona