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Aumenti pensioni invalidi civili conteggiati come redditi a fini ISEE, un appello per sanare il paradosso

Gli aumenti delle pensioni agli invalidi civili decisi dalla Corte Costituzionale sono conteggiati come redditi ai fini ISEE dall’INPS e dall’Agenzia delle Entrate, lo denunciano CoorDown, Uniamo e Favo, che rivolgono un appello al ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali nel quale chiedono che «venga sanato questo paradosso causa di nuovi disagi alle persone con disabilità e alle loro famiglie».

Particolare di un modulo dell’INPS per l’attestazione dell’ISEE.

Gli aumenti delle pensioni agli invalidi civili decisi dalla Corte Costituzionale sono conteggiati come redditi ai fini ISEE (Indicatore della Situazione Economica Equivalente) dall’INPS e dall’Agenzia delle Entrate, lo denunciano CoorDown, il Coordinamento nazionale delle associazioni delle persone con Sindrome di Down), Uniamo, la Federazione delle Associazioni di Persone con Malattie Rare d’Italia, e Favo, la Federazione Italiana delle Associazioni di Volontariato in Oncologia, che rivolgono un appello al ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali nel quale chiedono che «venga sanato questo paradosso causa di nuovi disagi alle persone con disabilità e alle loro famiglie».

«Sembra una beffa, uno scherzo di cattivo gusto, ma è invece una tangibile realtà. E riguarda le più deboli fra le persone con disabilità e le loro famiglie – si legge nell’appello a firma congiunta –. Nel giugno del 2020 la Corte Costituzionale ha pronunciato una sentenza (la 152) che ha prodotto un effetto che il Parlamento in 20 anni non era riuscito a centrare: aumentare ad un livello di minimo vitale le pensioni degli invalidi civili totali. La pensione (291 euro al mese), per chi non ha altri introiti, può essere incrementata di 368,58 euro. La cifra diminuisce se si dispone di redditi anche minimi fino ad azzerarsi se raggiungono, pensione inclusa, gli 8.583,51 euro. Un aiuto in più soprattutto per i meno abbienti che ha raccolto, a posteriori, il plauso anche di molti parlamentari ed esponenti governativi».

L’ISEE è la certificazione necessaria per accedere a prestazioni sociali agevolate o per ottenere benefici. Tra questi ultimi vi è anche «il nuovo assegno unico ed universale – argomentano gli Enti firmatari –, salutato come misura di straordinaria importanza per le famiglie, per i figli, per il supporto alla natalità». Il problema è che molte famiglie si sono accorte che il nuovo ISEE che veniva conteggiato risultava “stranamente” più alto. Questo perché «gli incrementi delle pensioni di invalidità, quelli sanciti dalla Corte Costituzionale, vengono conteggiati nell’ISEE, da INPS e Agenzia delle Entrate, alla stessa stregua di un reddito. L’ISEE di chi percepisce le maggiorazioni si alza, i benefici diminuiscono…» Da ciò la decisione di sottoporre la quesitone la ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali.

Il calcolo dell’ISEE è disciplinato dal Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 159/2013, ed inizialmente era stato effettivamente previsto che le pensioni e gli assegni delle persone con disabilità venissero conteggiati nell’indicatore della situazione reddituale. Tuttavia su tale questione «vi furono tre ricorsi al TAR [Tribunale Amministrativo Regionale, N.d.R.] e poi tre sentenze di Consiglio di Stato (841, 842 e 838 del 2016) che costrinsero il Legislatore a escludere dall’ISEE “i trattamenti assistenziali, previdenziali e indennitari, comprese le carte di debito, a qualunque titolo percepiti da amministrazioni pubbliche in ragione della condizione di disabilità.” (Legge 89/2016)». Ora le pensioni di invalidi, ciechi e sordi tornano ad essere reddito, almeno per la parte costituita dalle maggiorazioni, osservano CoorDown, Uniamo e Favo, che affermano di non aver chiaro «se l’interpretazione – che ha i tratti di un abuso – sia una scelta autonoma di INPS e Agenzia delle Entrate, oppure vi sia un avallo politico. Di questo, appunto, chiediamo conto anche per scongiurare altrimenti inevitabili contenziosi». (S.L.)

 

Vedi anche:

CoorDown – Coordinamento nazionale delle associazioni delle persone con Sindrome di Down.

Uniamo – Federazione delle Associazioni di Persone con Malattie Rare d’Italia.

Favo – Federazione Italiana delle Associazioni di Volontariato in Oncologia.

 

Ultimo aggiornamento il 19 Gennaio 2022 da Simona