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Dipoi aggiorna le Linee guida per le persone disabili ai tempi del Covid

Dipoi, il Coordinamento Toscano delle Associazioni per il Durante e Dopo di Noi, ha appena aggiornato le Linee guida per le persone disabili ai tempi del Covid. Le Linee guida si compongono di otto immagini che rispondono a specifici quesiti che riguardano le persone con disabilità.

 

Una delle immagini di cui si compongono le Linee guida per le persone disabili ai tempi del Covid curate da Dipoi. Oltre ad un quesito sul diritto ad essere sottoposto a tampone per verificare l’eventuale contagio da Covid-19 e relativa risposta, esso è illustrato con una sorridente donna con sindrome di Down che con la mano fa un gesto che indica ok.

Dipoi, il Coordinamento Toscano delle Associazioni per il Durante e Dopo di Noi, ha appena aggiornato le Linee guida per le persone disabili ai tempi del Covid. Le Linee guida si compongono di otto immagini, più una di copertina, che rispondono a specifici quesiti che riguardano le persone con disabilità. Riportiamo di seguito i quesiti e le relative risposte elaborate da Dipoi.

«Sono una persona con disabilità, in quali casi ho diritto ad essere sottoposta a tampone per verificare l’eventuale contagio da Covid-19?»
La valutazione sulla necessità o meno dell’esame viene effettuata caso per caso dalle Autorità Sanitarie. Contatta il tuo medico di base se ritieni di essere a rischio o manifesti i sintomi del Covid-19.

«Le persone sorde o con ipoacusia, a chi devono rivolgersi per informazioni sul nuovo coronavius?»
Le persone sorde o con ipoacusia per avere informazioni possono utilizzare l’indirizzo e-mail a loro dedicato: 1500cornavirus@sanita.it.

«Le persone con disabilità e i loro accompagnatori/operatori di assistenza devono rispettare al distanza di sicurezza di un metro?»
Le persone con disabilità motorie o con disturbi dello spettro autistico, disabilità intellettiva o sensoriale, problematiche psichiatriche o comportamentali, o non autosufficienti con necessità di supporto, possono ridurre la distanza di sicurezza anche al di sotto di un metro con i propri accompagnatori o operatori di assistenza (siano essi lavoratori volontari e non, parenti, conoscenti, etc.) nei luoghi pubblici (parchi, negozi, ristoranti, etc.).

«Quali sono le regole per i lavoratori che assistono persone con disabilità o lavorano in case e strutture in cui sono presenti persone con disabilità?»
È strettamente necessario attenersi alle misure di sicurezza per prevenire il contagio, tanto più che le persone con disabilità possono essere soggetti ancora più fragili.
Per i lavoratori volontari e non, sanitari e non sanitari, ed i lavoratori addetti ai servizi domestici e familiari che nello svolgimento delle loro attività sono oggettivamente impossibilitati a mantenere la distanza interpersonale di un metro, è obbligatorio indossare i dispositivi di protezione individuale, le mascherine chirurgiche reperibili in commercio (i lavoratori sono autorizzati all’utilizzo di mascherine filtranti prive di marchio CE e prodotte in deroga alle vigenti norme sull’immissione in commercio).
L’utilizzo delle mascherine da parte degli operatori non è obbligatorio nel caso sia incompatibile con il tipo di disabilità.

«In caso di chiusura dei centri diurni per disabili, sono garantite le prestazioni sanitarie fondamentali?»
Sì. Le regioni e le provincie autonome hanno facoltà di istituire unità speciali atte a garantire l’erogazione di prestazioni sanitarie e socio-sanitarie a domicilio. Inoltre, su decisione delle ASL e d’accordo con i gestori, i Centri in cui vengono effettuate prestazioni sanitarie indifferibili rimangono attivi a condizione che si possa garantire il rispetto delle previste misure di contenimento del virus.

«Come posso verificare se nella mia regione è attiva l’unità speciale per l’assistenza sanitaria a domicilio per le persone che frequentano i centri diurni per disabili?»
Puoi verificarne l’attivazione contattando la tua regione tramite i numeri verdi regionali dedicati.

«L’assenza delle attività del Centro durante l’emergenza ne comporta l’esclusione?»
No. Se durante lo stato di emergenza ci si assenta dalle attività delle strutture sottoposte a chiusura o di quelle ancora aperte non si perderà il diritto a frequentare il Centro.

«In quali casi si ha diritto allo smart working (o lavoro agile)?»
I lavoratori dipendenti con disabilità cui è riconosciuta la condizione di handicap di cui all’articolo 3, comma 3, della Legge 5 febbraio 1992, n. 104, o che abbiano nel proprio nucleo familiare una persona con disabilità cui è riconosciuta la condizione di handicap di cui all’articolo 3, comma 3, della Legge 5 febbraio 1992, n. 104, hanno diritto allo smart working, a condizione che tale modalità sia compatibile con le caratteristiche della prestazione.
Ai lavoratori del settore privato affetti da gravi e comprovate patologie con ridotta capacità lavorativa è riconosciuta la priorità nell’accoglimento delle richieste per lo smart working. Queste disposizioni si applicano anche ai lavoratori cui è stata certificata una condizione di rischio derivante da immunodepressione e da esiti da patologie oncologiche e dallo svolgimento di relative terapie salvavita, e ai loro familiari conviventi.
A decorrere dal 16 ottobre e fino al 31 dicembre 2020, i lavoratori fragili svolgono di norma la prestazione lavorativa in modalità agile, anche attraverso l’adibizione a diversa mansione ricompresa nella medesima categoria o rea di inquadramento, come definite dai contratti collettivi vigenti, o lo svolgimento di specifiche attività di formazione professionale anche da remoto. Per ulteriori chiarimenti relativi alla quarantena/sorveglianza precauzionale, alla quarantena per ordinanza amministrativa e al lavoro agile, si rimanda al Messaggio dell’INPS n. 3653 del 9 ottobre 2020.

 

Per informazioni: e-mail: info@dipoi.it

 

Vedi anche:

Dipoi – Coordinamento Toscano delle Associazioni per il Durante e Dopo di Noi.

 

Ultimo aggiornamento il 27 Ottobre 2020 da Simona