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“Durante noi”, apre a San Giuliano Terme la “Casa di Alberto e Giuliana”

Anche le persone con disabilità hanno il diritto di diventare grandi e mettere su casa. Come una scelta, non come una soluzione che scaturisce da una necessità. Con questo spirito è stata inaugurata a Mezzana, una frazione di San Giuliano Terme (in provincia di Pisa), la “Casa di Alberto e Giuliana”. Un progetto di Co-Living che coinvolgerà 13 i giovani adulti e adulti con sindrome di Down. Tantissimi i soggetti coinvolti a vario titolo. L’unione fa la forza? Meglio, in questo caso l’unione promuove libertà.

 

La Casa di Alberto e Giuliana.

Sono davvero tanti i soggetti che hanno contribuito all’apertura, lo scorso 4 ottobre, della “Casa di Alberto e Giuliana”, a Mezzana, una frazione di San Giuliano Terme, in provincia di Pisa (in via Provinciale Calcesana, 491). L’immobile è destinato ad un progetto di Co-Living (coabitazione) che, tra qualche settimana, vedrà alternarsi in piccoli gruppi 13 i giovani adulti e adulti con sindrome di Down. Il percorso durerà tre anni, e prevede l’acquisizione di progressive autonomie, tali da consentire alle persone con disabilità coinvolte di emanciparsi dalla famiglia d’origine, o da continuare a vivere al suo interno ma con un ruolo da protagoniste.

Promosso dalla Società della Salute Zona Pisana, il progetto rientra nell’ambito degli interventi predisposti della Regione Toscana in attuazione della cosiddetta Legge sul “Dopo di noi” (Legge 112/2016), per i quali è stata stanziata la somma complessiva di 516mila euro per tre anni. Oltre a diversi interventi volti a favorire l’inclusione sociale delle persone con disabilità, rientrano nel finanziamento in questione nove strutture abitative gestite in virtù di sinergie fra pubblico e privato sociale, e dislocate nel territorio pisano: due nel Comune di Pisa, tre a Cascina, tre a San Giuliano Terme (tra le quali quella di Mezzana), una a Lorenzana-Crespina.

Come per tutte le altre persone, anche per quelle con disabilità l’emancipazione dalla famiglia d’origine è (o dovrebbe essere) una tappa naturale, che va programmata per tempo (da qui l’espressione “Durante noi”), e non essere dettata dall’emergenza. La pensa così l’Associazione Italiana Persone Down di Pisa (AIPD) che ha sviluppato questo progetto proprio partendo dal diritto delle persone con disabilità di diventare grandi e mettere su casa. Come una scelta, non come una soluzione che scaturisce da una necessità. In questa prospettiva è stato determinate l’incontro con don Antonio Cecconi, che ha creduto nel progetto sin da subito, e, con grande generosità, ha concesso in comodato d’uso gratuito la casa a lui più cara, quella in cui è cresciuto e in cui hanno vissuto i suoi genitori, Alberto e Giuliana. Una decisione dettata dall’intento mantenere vivo lo spirito di accoglienza sul quale i suoi genitori hanno posto le fondamenta della loro vita.

L’interno di una delle camere da letto della Casa di Alberto e Giuliana.

Un altro contributo importante è giunto dalla Fondazione Enel Cuore, che ha sostenuto l’intero costo dei lavori di ristrutturazione, supportando la progettazione, e migliorando le idee iniziali anche grazie alla collaborazione della FISH Toscana (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap). Mentre gli arredi sono una donazione di Ikea Pisa.

Altri soggetti che hanno avuto un ruolo fondamentale cono la Fondazione Rosa Prìstina, che, con il suo importante sostegno economico, ha permesso di aumentare il numero delle persone coinvolte nel progetto, e la qualità del percorso garantito; e le cooperative sociali Il Simbolo e Alzaia. In particolare la cooperativa Alzaia, che essendo una cooperativa di tipo B si occupa di inserimenti lavorativi, all’interno di questo progetto offre la possibilità – grazie al suo servizio di catering biologico TicucinoBio e alla Bottega dei Miracoli in Piazza dei Miracoli – di affiancare concretamente il percorso di vita autonoma con l’esperienza lavorativa attraverso contratti e stage formativi.

Come dicevamo inizialmente, sono davvero tanti i soggetti che hanno contribuito, a vario titolo, a realizzare questo progetto (qui abbiamo citato solo i principali). Tutti hanno il merito di aver compreso che era importante contribuire… l’unione fa la forza? Meglio, in questo caso l’unione promuove libertà. (Simona Lancioni)

 

Per approfondire:

Società della Salute Zona Pisana

Associazione Italiana Persone Down di Pisa (AIPD)

 

 

Ultimo aggiornamento il 9 Ottobre 2019 da Simona