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Impiego parziale delle risorse per le strutture semiresidenziali per disabili trasferite alle Regioni

Una relazione pubblicata dalla Corte dei Conti ha evidenziato come dei circa 40 milioni di euro di fondi statali trasferiti alle Regioni per garantire la continuità nell’erogazione dei servizi nelle strutture semiresidenziali per le persone con disabilità durante la pandemia, soltanto poco più di 17 sono stati effettivamente erogati alle strutture in questione. La Corte ritiene che l’organizzazione territoriale possa aver influito sull’uso efficace e tempestivo di tali risorse.

Immagine sfuocata di una persona in sedia a rotelle.

Nei gironi scorsi la Corte dei Conti ha reso pubblica la Relazione della Sezione centrale di controllo sulla gestione delle amministrazioni dello Stato relativa a “Le misure volte a sostenere le persone con disabilità nel periodo dell’emergenza epidemiologica da covid-19 – La gestione del fondo di sostegno per le strutture semiresidenziali per persone con disabilità di cui all’art 104, comma 3, del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34”, approvata con Delibera n. 5/2022/G”.

Una nota informativa pubblicata il 21 aprile sulla testata «Quotidiano Sanità» riprende alcuni stralci della Relazione in questione. «La situazione pandemica e le relative misure di contrasto hanno causato una forte domanda di protezione sociale diffusa e di tutela delle persone fragili, inizialmente non avvertita con chiarezza. In tale contesto, il legislatore è intervenuto, in via d’urgenza, per assicurare alle persone con disabilità l’accesso ai servizi e la loro continuità su tutto il territorio nazionale», spiega la Corte dei Conti, nel documento nel quale ha preso in esame proprio le disposizioni a garanzia della continuità nell’erogazione dei servizi nel periodo di sospensione delle attività. In esso è evidenziata «la mancata previsione di momenti di verifica e di competenze» finalizzate a tale garanzia. «L’esame del fondo di sostegno alle strutture semi-residenziali, per gli oneri loro derivati dall’adozione dei sistemi di protezione necessari alle riaperture, ha fatto emergere un quadro variegato dell’uso delle risorse disponibili», ha spiegato la magistratura contabile.

L’indagine condotta dalla Corte dei Conti ha rilevato che dei circa 40 milioni di euro di fondi statali trasferiti alle Regioni «soltanto poco più di 17 sono stati erogati alle strutture. Quattro Regioni non hanno dimostrato l’erogazione ai centri semi-residenziali delle risorse acquisite al proprio bilancio, per un importo complessivo di 10.640.000 euro. Le altre hanno utilizzato le risorse assegnate in una percentuale variabile dal 100%, per quelle più virtuose, ad un minimo dell’1%». La stessa Corte ha trovato difficoltà nell’individuare le ragioni che hanno portato ad un impiego parziale delle somme rese disponibili in settori strutturalmente carenti di fondi, come i servizi sociali e il sostegno a persone con disabilità. «La differenziazione a livello regionale e la connessa disomogeneità nell’erogazione dei servizi sociali fa ritenere che l’organizzazione territoriale abbia influito sull’uso efficace e tempestivo delle risorse statali», argomenta.

Questa invece la conclusione a cui è giunta la Corte: «L’obbligo di rendicontazione a carico delle Regioni e l’esercizio di funzioni di monitoraggio hanno comunque consentito la verifica della corretta utilizzazione dei fondi statali e la riacquisizione, per un’utile riallocazione, delle somme inutilizzate al bilancio dello Stato, stante, a tutt’oggi, la mancata definizione dei livelli essenziali delle prestazioni». (S.L.)

 

Ultimo aggiornamento il 26 Aprile 2022 da Simona