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La settima edizione della Mappa dell’Intolleranza che fotografa l’odio via social

Donne, al primo posto, seguite dalle persone con disabilità e da quelle omosessuali: è questo il (triste) podio della settima edizione della Mappa dell’intolleranza, presentata nei giorni scorsi a Milano, e curata da Vox – Osservatorio Italiano sui Diritti. Da essa emerge come l’odio online si stia radicalizzando, e stia divenendo più intenso e più polarizzato.

Una realizzazione grafica dedicata alla settima edizione della Mappa dell’Intolleranza contiene la sua denominazione, ed è illustrata con la figura stilizzata di un uomo che sorregge un’Italia tutta nera.

Nei giorni scorsi è stata presentata a Milano la settima edizione della Mappa dell’intolleranza (disponibile a questo link), che fotografa l’odio via social, ed è curata da Vox – Osservatorio Italiano sui Diritti, in collaborazione con le Università di Milano di Bari. La rilevazione ha preso in esame i post pubblicati su Twitter nel periodo gennaio-ottobre 2022 ed ha rilavato che il 93% dei tweet (cinguettii) aveva un contenuto negativo, e solo il 7% un contenuto positivo. Se consideriamo che nel 2021 le percentuali erano il 69% circa di tweet negativi e 31% di tweet positivi, possiamo osservare che i tweet negativi hanno avuto un incremento del 24%.

«I risultati? L’odio online si radicalizza, si fa più intenso, più polarizzato. Appare evidente il ruolo di alcuni mass media tradizionali nell’orientare lo scoppio di “epidemie” di intolleranza. Tra le categorie più colpite, le donne ancora al primo posto, seguite dalle persone con disabilità e dalle persone omosessuali, tornate, dopo anni, nel centro del mirino», si legge nella Mappa.

Questi i dettagli della rilevazione: le donne (43,21%), seguite da persone con disabilità (33,95%), persone omosessuali (8,78%), migranti (7,33%), ebrei (6,58%) e islamici (0,15%).

In generale, i picchi più alti di odio si sono avuti: contro le donne, in occasione dell’elezione di Giorgia Meloni a Presidente del Consiglio e della sua scelta di usare il maschile per il suo titolo, ma anche in concomitanza dei picchi d’odio con i femminicidi; contro le persone con disabilità, in concomitanza con un’omelia di papa Francesco che invitava a considerare la disabilità una sfida per costruire insieme una società più inclusiva, ed in seguito alla notizia di un taxista veronese, rifiutatosi di prendere a bordo un disabile; nei riguardi delle persone omosessuali, in occasione del monologo di Checco Zalone al festival di Sanremo, che ha raccontato una favola LGBTQ (Lesbiche, Gay, Bisessuali, Transessuali, Queer): contro i migranti, in occasione degli sbarchi e dei discorsi di papa Francesco improntati all’accoglienza e all’inclusione; contro gli ebrei, in occasione della Giornata della Memoria e ogni qualvolta si verifichino aggressioni contro ebrei, di stampo antisemita; contro i musulmani, in occasione della sentenza per l’attentato a Parigi al Bataclan e dell’uccisione in Siria da parte degli americani di due dirigenti dell’Isis.

Dai risultati «emerge sempre di più la necessità di educare all’uso dei social network e di ripensare le relazioni fra mass media, piattaforme social e utenti, al fine di prevenire forme sempre più radicali di odio, che possono superare i confini della dimensione online e tradursi in atti concreti come i femminicidi o i sempre più frequenti attacchi di bullismo». (S.L.)

 

Vedi anche:

Vox – Osservatorio Italiano sui Diritti.

Redazione di Vox, La nuova Mappa dell’Intolleranza 7, sito di Vox, [23 gennaio 2023].

 

Ultimo aggiornamento il 25 Gennaio 2023 da Simona