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L’Ordine dei Giornalisti interviene sulla vicenda De Gregorio: “Le parole sono contenitori”

«La disabilità utilizzata come insulto, per commentare un episodio di cronaca che nulla a che vedere con la disabilità stessa. Le polemiche scatenate dal commento di Concita De Gregorio (“Il valore di un selfie”, La Repubblica del 4 agosto 2023) confermano quanto l’abilismo sia ancora profondamente radicato nella nostra cultura», è scritto in una nota con la quale la Commissione Pari Opportunità del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti interviene sulla vicenda scatenata da un recente articolo di De Gregorio. «Non si tratta di sfumature semantiche, ma del minimo che un giornalista informato dovrebbe sapere, perché sono lo specchio di una cultura discriminatoria e anti-inclusiva», si legge ancora nella nota.

Su un piano sono impilate alcune copie di quotidiani (foto di brotiN biswaS su Pexels).

La Commissione Pari Opportunità (CPO) del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti (CNOG) interviene sul commento “Il valore di un selfie” e sulla successiva replica della giornalista Concita De Gregorio. Una vicenda della quale ci siamo ampiamente occupati (se ne legga a questo e quest’altro link).

Questo il testo della nota pubblicata nel sito ufficiale del CNOG nella giornata di ieri (6 agosto):

«La disabilità utilizzata come insulto, per commentare un episodio di cronaca che nulla a che vedere con la disabilità stessa. Le polemiche scatenate dal commento di Concita De Gregorio (“Il valore di un selfie”, La Repubblica del 4 agosto 2023) confermano quanto l’abilismo sia ancora profondamente radicato nella nostra cultura, nonostante la Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità, sottoscritta dall’Italia nel 2007, abbia da tempo spostato il focus dall’ambito clinico-patologico a quello dei diritti umani, tracciando un percorso virtuoso di pari opportunità e dignità.
Il contesto e l’abuso del politicamente corretto, a cui fa riferimento De Gregorio all’indomani della sua infelice uscita, nella nota con cui chiede “sommessamente scusa”, non hanno nulla a che vedere con la vicenda, ma appaiono ancora una volta fuorvianti e strumentali. Fra l’altro la collega fa ricorso a termini come “normodotati” ed “handicap” che da molto tempo non appartengono al linguaggio giuridico e internazionale.
Non si tratta di sfumature semantiche, ma del minimo che un giornalista informato dovrebbe sapere, perché sono lo specchio di una cultura discriminatoria e anti-inclusivaLe parole sono contenitori, ricordava nel 2014 il compianto Franco Bomprezzi, nella sua vita spesa contro i pregiudizi. Dentro c’è la vita, ci sono le persone, con la loro dignità». (S.L.)

 

Vedi anche:

No, De Gregorio, non è il contesto che è morto, è il suo abilismo che è vivo e vegeto, «Informare un’h», 5 agosto 2023.

Da Concita De Gregorio, su «la Repubblica», un formidabile esempio di abilismo, «Informare un’h», 4 agosto 2023.

Un protocollo deontologico rivolto a chi lavora nell’informazione per trattare (bene) di disabilità, «Informare un’h», 16 dicembre 2022.

Sezione del centro Informare un’h dedicata al tema: “Il contrasto all’abilismo e all’omolesbobitransfobia”.

 

Ultimo aggiornamento il 7 Agosto 2023 da Simona