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UILDM: non liquidiamo tutto come dramma della disabilità

Anche la UILDM (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare) si esprime sulla tragica vicenda dell’omicidio – suicidio della famiglia Vicentini accaduta a L’Aquila nei giorni scorsi. Vicenda nella quale ha perso la vita anche Massimo, un giovane uomo con distrofia muscolare. «Associare la disabilità a questa tragedia è per noi un azzardo perché non siamo in possesso di dati oggettivi che ci spieghino i motivi che hanno portato il padre a compiere questo gesto. Sarebbe limitante liquidare in questo modo un episodio del genere», si legge, tra le altre cose, nella nota diramata dall’Associazione.

Una mano su un vetro appannato (foto di Kristina Tripkovic).

Con una propria nota, la UILDM Nazionale (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare) interviene sulla tragica vicenda della famiglia Vicentini, scoperta a L’Aquila lo scorso 31 marzo, dove un padre ha ucciso la moglie e i due figli e poi si è tolto la vita ( vicenda della quale si può leggere a questo link), osservando come essa non possa «essere frettolosamente liquidata come dramma della disabilità».

«Il fatto che il figlio Massimo avesse una distrofia muscolare non aggiunge né toglie nulla alla drammaticità della vicenda in sé – si legge ancora nella nota dell’Associazione –. Associare la disabilità a questa tragedia è per noi un azzardo perché non siamo in possesso di dati oggettivi che ci spieghino i motivi che hanno portato il padre a compiere questo gesto. Sarebbe limitante liquidare in questo modo un episodio del genere».

La UILDM Nazionale, va ricordato, è stata uno dei primi Enti ad aderire alla proposta di regolamentazione delle comunicazioni pubbliche sui casi di omicidio-suicidio attuati dai caregiver e dalle caregiver ai danni di sé stessi e della persona con disabilità di cui si curano, elaborata dal Centro Informare un’h, tutt’ora aperta alla sottoscrizione, e disponibile a questo link.

«Questa tragedia ci tocca da vicino, non solo perché è coinvolta una persona con disabilità – spiegano dall’Associazione –. Ci tocca soprattutto perché è stata cancellata in un colpo solo un’intera famiglia: quattro persone attive, impegnate nel lavoro, in una vita di affetti e relazioni, ora non ci sono più».

«Tra queste c’era anche Massimo che aveva sì una malattia neuromuscolare, ma che sapeva vivere appieno la sua vita – conclude la nota –. Laureato, sportivo, Massimo era persona coinvolta e attiva nella propria comunità. E non conta la presenza o meno di una carrozzina o di un respiratore. Siamo profondamente addolorati per quanto è successo e ci stringiamo alla famiglia e agli amici in questo momento». (S.L.)

 

Fonte: comunicato dell’Ufficio stampa UILDM.

Per informazioni: Alessandra Piva Chiara Santato e-mail: uildmcomunicazione@uildm.it

 

Vedi anche:

UILDM Nazionale – Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare.

Omicidi-suicidi: proposta di regolamentazione delle comunicazioni pubbliche, «Informare un’h», 20 febbraio 2023.

Giampiero Griffo, A proposito delle narrazioni povere e distorte sulla disabilità, «Informare un’h», 4 aprile 2023.
Francesca Arcadu, Strage a L’Aquila: basta con lo sguardo che mortifica le esistenze delle persone con disabilità, «Informare un’h», 3 aprile 2023.
Simona Lancioni, L’Aquila, un uomo stermina la sua famiglia, ma i media ignorano patriarcato e abilismo, «Informare un’h», 3 aprile 2023.

Ultimo aggiornamento il 5 Aprile 2023 da Simona