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Premiata la campagna di comunicazione per ridurre la distanza tra sessualità e disabilità

Si chiama #ihavethisability (letteralmente: #iohoquestaabilità) una nuova campagna di comunicazione che si è posizionata al secondo posto nella categoria New Blood Entry agli D&AD New Blood Awards, prestigioso premio dedicato ai giovani talenti che si affacciano al mondo della comunicazione creativa. Scopo dichiarato dell’iniziativa è quello di ridurre la distanza tra sessualità e disabilità, “normalizzando” i tabù che ancora esistono su questi temi, e mostrando come, nella misura in cui è sicuro, «il sesso è bello in tutte le sue forme».

 

Uno dei cartelloni della campagna #ihavethisability realizzata per il marchio Durex. Il cartellone ritrae una donna di colore, cieca, sorridente, con i capelli corti, gli occhiali, e vestita di rosso. Accanto a lei la scritta (in inglese) “Non riesco a vedere, ma posso farti vedere le stelle”.

Si chiama #ihavethisability (letteralmente: #iohoquestaabilità) una nuova campagna di comunicazione prodotta su indicazione del brand Durex (marchio facente parte della multinazionale Reckitt Benckiser con il quale produce e distribuisce profilattici e altri prodotti utili per il benessere sessuale) nell’ambito degli D&AD New Blood Awards, prestigioso premio dedicato ai giovani talenti che si affacciano al mondo della comunicazione creativa, dove si è posizionata al secondo posto (argento) nella categoria New Blood Entry. La campagna è stata realizzata Giulia Teruzzi e Joshua Mancini, studenti dell’IED Milano (Istituto Europeo Di Design) al terzo anno di Design della Comunicazione (specializzazione in Art Direction), seguiti dai docenti Matteo Grandese e Alessandro Candito, con il supporto dell’educational specialist Marianna Moller. Essa consiste in una serie di messaggi veicolati con affissioni in luoghi pubblici e video centrati sulla sessualità delle persone con disabilità.

«Nonostante si tenda a vederli come esseri angelici, la maggior parte dei disabili riesce ad avere rapporti sessuali soddisfacenti», hanno raccontato Giulia Teruzzi e Joshua Mancini alla testata «il Fatto Quotidiano» che li ha intervistati dopo aver vinto il prestigioso premio. «Ci siamo accorti che questo accade perché quando perdi un’abilità ne sviluppi molte altre, alcune delle quali possono rivelarsi molto utili in camera da letto», hanno argomentato.

Scopo dichiarato della campagna di comunicazione è quello di ridurre la distanza tra sessualità e disabilità, “normalizzando” i tabù che ancora esistono su questi temi, e mostrando come, nella misura in cui è sicuro, «il sesso è bello in tutte le sue forme».

Questi alcuni dei messaggi utilizzati: “I can’t stand up but I can be on the top” (Non posso alzarmi i piedi, ma posso essere al top); “I can’t see but I can make you see the stars” (Non riesco a vedere, ma posso farti vedere le stelle); “I can’t drive but I can ride” (Non posso condurre un veicolo, ma posso guidare).

In realtà sono due anni che l’area Comunicazione IED Milano continua a guadagnarsi premi, tra i quali anche il premio di miglior Scuola creativa d’Italia, e, comprensibilmente, Elena Sacco, direttrice della Scuola di Comunicazione IED Milano e di IED Alumni Relations, manifesta la sua soddisfazione: « I Clio Awards sono uno dei 4 premi top nel mondo della comunicazione: già la sola possibilità di parteciparvi con entries di livello è di per sé un grandissimo traguardo e una opportunità unica per i nostri studenti. Il fatto di averlo vinto per la seconda volta, nel 2019 e poi quest’anno, è un’ulteriore conferma che la qualità della formazione erogata dallo IED sia in linea con le aspettative del mercato globale della creatività». Sempre a «il Fatto Quotidiano» Sacco ha spiegato che «IED incarna da sempre la naturale cultura dell’inclusione, a partire dal nostro slogan, Find your difference [trova la tua differenza, N.d.R.], che invita a trovare il proprio talento e unicità e a svilupparli attraverso il confronto». (Simona Lancioni)

 

Ultimo aggiornamento il 28 Maggio 2021 da Simona