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Problemi con la rimodulazione dei servizi per le persone con disabilità nel Lazio

della Consulta Permanente per i Problemi della Disabilità del Municipio XI di Roma

La Regione Lazio sta attuando una rimodulazione dei servizi di residenzialità, semi residenzialità e riabilitazione ambulatoriale, a carattere intensivo o permanente, rivolti alle persone con disabilità che non considera le reali esigenze delle persone destinatarie dei servizi. Lo denuncia la Consulta Permanente per i Problemi della Disabilità del Municipio XI di Roma che si appresta a dare battaglia all’’Amministrazione Regionale.

Le sagome stilizzate di tre figura umane che si muovono in modi differenti, una col bastone, una in sedia a rotelle e l’altra a piedi.

Con il Decreto del Commissario ad Acta 22 luglio 2020, n. U00101 e la Delibera di Giunta Regionale n. 979/2020, la Regione Lazio sta attuando una rimodulazione dei servizi offerti dai centri ex art. 26 [articolo 26 della Legge 833/1978, che ha istituito il Servizio Sanitario Nazionale, N.d.R.], quelli che erogano servizi di residenzialità, semi residenzialità e riabilitazione ambulatoriale, a carattere intensivo o permanente, alle persone con disabilità. Senza alcuna considerazione delle reali esigenze delle persone con disabilità destinatarie dei servizi, la Regione diminuisce i tempi delle terapie da 60 minuti a 45, aumenta gli importi della compartecipazione e ferma le assenze a 20 giorni annui complessivi, tra ferie, malattie, riposi, visite specialistiche, ecc., superati i quali l’utente verrà dimesso dal centro, avverso al diritto al progetto di vita ed alla continuità assistenziale. Ciò creerà il caos di famiglie disperate alla ricerca di un nuovo centro e persone con disabilità abbandonate all’isolamento, strappate dalla propria realtà quotidiana ed affettiva (gruppo dei pari).

L’azione della Regione Lazio non implementa i servizi resi né la gamma di attività necessarie alle persone con disabilità per mantenere le autonomie acquisite grazie ad anni di riabilitazione, non impone l’organizzazione dei soggiorni estivi né l’apertura dei centri al territorio per l’inclusione delle persone con disabilità ma con mero spirito ragionieristico rivisita le condizioni di accreditamento degli Enti Gestori, interfacciando solo con essi. I familiari delle persone con disabilità frequentatori dei centri hanno chiesto ripetutamente un incontro alla Regione Lazio, all’assessore alla Sanità e all’Integrazione Socio-Sanitaria Alessio D’Amato che sordo ed insensibile rifiuta il colloquio diretto.

Le famiglie – stremate da una vita difficile, a due anni da una pandemia nella quale da sole hanno portato avanti i propri congiunti con disabilità sostituendosi a tutti i servizi interrotti, ancora sospesi o rimodulati in maniera non utile all’utenza, consapevoli dei diritti soggettivi, costituzionali ed inalienabili dei propri congiunti con disabilità al riposo, alla salute, alle ferie e stretti nella morsa di un ricatto inaccettabile operato dalla Regione che coinvolge la persona con disabilità e tutto il suo nucleo familiare convivente –, si stanno organizzando per dare battaglia ad un’Amministrazione Regionale chiusa e che non rispetta la regola fondamentale di legiferare ascoltando e conoscendo le esigenze dei destinatari dei servizi. Senza le persone con disabilità ed i loro diritti i servizi non esisterebbero e questo dovrebbero ricordarlo tutti coloro che lavorano grazie alle nostre disabilità. La Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità si riassume nel motto Niente su di Noi, senza di Noi, un principio che il presidente Nicola Zingaretti e l’assessore D’Amato sembrano aver del tutto dimenticato.

 

Vedi anche:

Pagina Facebook della Consulta Permanente per i Problemi della Disabilità Municipio XI di Roma.

 

Ultimo aggiornamento il 16 Febbraio 2022 da Simona