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Una petizione per equiparare le medaglie paralimpiche a quelle olimpiche di Tokyo 2020

Le medaglie delle atlete e degli atleti paralimpici valgono meno della metà di quelle delle atlete e degli atleti olimpici, si tratta di una discriminazione intollerabile messa in evidenza da Assist – Associazione Nazionale Atlete, che sta promuovendo la petizione “Equiparare ora i premi delle medaglie paralimpiche alle medaglie olimpiche di Tokyo 2020”.

 

Un’illustrazione grafica mostra che le medaglie delle atlete e degli atleti paralimpici valgono meno della metà di quelle delle atlete e degli atleti olimpici.

Sta circolando e riscuotendo adesioni (ad oggi, 24 settembre 2021, risultano oltre 27.500 firme) la petizione “Equiparare ora i premi delle medaglie paralimpiche alle medaglie olimpiche di Tokyo 2020” promossa da Assist – Associazione Nazionale Atlete attraverso la piattaforma change.org, e rivolta al Presidente del Consiglio Mario Draghi, alla Ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia Elena Bonetti, alla Ministra per le Disabilità Erika Stefani, e alla Sottosegretaria alla Presidenza del Consiglio dei Ministri Valentina Vezzali.

L’obiettivo della petizione è mettere in rilievo, e rimuovere, la disparità di trattamento riservata ad alcuni atleti ed atlete che hanno preso parte ai giochi di Tokyo 2020. Infatti i premi in denaro previsti per gli atleti e le atlete che hanno conquistato una medaglia nei giochi di Tokyo di quest’anno, sono molto diversi a seconda che il successo sia stato conseguito alle Olimpiadi o alle Paralimpiadi: la medaglia d’oro alle Olimpiadi corrisponde ad un premio di 180 mila euro, alle Paralimpiadi 75 mila euro; la medaglia d’argento alle Olimpiadi 90 mila euro contro i 40 mila delle Paralimpiadi; infine quella olimpica di bronzo vale 60 mila euro contro i 25 mila di quella paralimpica.

Si tratta con ogni evidenza si una norma in contrasto con la Legge 67/2006 (Misure per la tutela giudiziaria delle persone con disabilità vittime di discriminazioni) che stabilisce che «non può essere praticata alcuna discriminazione in pregiudizio delle persone con disabilità», e considera una forma di discriminazione diretta, quella che si realizza «quando, per motivi connessi alla disabilità, una persona è trattata meno favorevolmente di quanto sia, sia stata o sarebbe trattata una persona non disabile in situazione analoga». Lo stesso principio, quello della non discriminazione, annoverato tra quelli su cui si regge la Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità (ratificata dall’Italia con la Legge 18/2009), e che sono indicati all’articolo 3 della stessa.

Le atlete e gli atleti paralimpici hanno dato lustro al nostro Paese conquistando ben 69 medaglie – 11 in più di quelle conseguite a Seul nell’’88, fino ad ora migliore traguardo italiano –, 14 ori, 29 argenti e 26 bronzi in 11 discipline diverse. «Siamo tutti molto felici per il rientro da Tokyo di una straordinaria spedizione paralimpica, ma non è tollerabile che non si riescano a trovare i poco più di 4 milioni e mezzo di euro che servono per far sì che gli azzurri e le azzurre paralimpici possano non essere definiti atleti di serie B», si legge in un passaggio della petizione… non è tollerabile e non va tollerato. (Simona Lancioni)

 

Vedi anche:

Pagina da cui è possibile firmare la petizione “Equiparare ora i premi delle medaglie paralimpiche alle medaglie olimpiche di Tokyo 2020”.

Assist – Associazione Nazionale Atlete.

 

Ultimo aggiornamento il 24 Settembre 2021 da Simona