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Uno spot contro la violenza di genere riconosce che ci sono donne particolarmente discriminate

Prende le mosse dall’obiettivo 5 – quello sulla parità di genere – dell’Agenda 2030 sullo Sviluppo Sostenibile, che si propone, tra le altre cose, di prevenire la violenza e proteggere le donne, lo spot realizzato dall’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile. Esso ha anche il pregio di toccare anche temi meno conosciuti dai più come, la tutela delle minoranze (come le migranti, le rifugiate e donne con disabilità), e la violenza assistita.

Una realizzazione grafica illustra l’obiettivo 5 dell’Agenda 2030 sullo Sviluppo Sostenibile dell’ONU dedicato alla parità di genere, ovvero a raggiungere l’uguaglianza di genere e l’emancipazione di tutte le donne e le ragazze. All’interno del simbolo che designa i generi maschile e femminile, figura quello di uguaglianza.

Abbiamo già avuto modo di occuparci dell’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS), una bella realtà «nata il 3 febbraio del 2016 per far crescere nella società, nei soggetti economici e nelle istituzioni la consapevolezza dell’importanza dell’Agenda 2030 per il futuro dell’Italia e per diffondere nel Paese la cultura della sostenibilità» (per usare le medesime parole con cui la stessa si presenta). E già allora, nel giugno 2020, avevamo avuto modo di apprezzare l’approccio inclusivo adottato nella stesura di un documento nel quale veniva analizzato l’impatto della pandemia del Covid-19 sulle donne, considerando anche le specifiche esigenze delle donne con disabilità sia nelle azioni volte a rendere esigibile il diritto alla salute, sia in quelle di contrasto alla violenza di genere. Ebbene, anche oggi, visualizzando lo spot contro la violenza di genere (lunghezza: 1.14 minuti), messo online proprio nella Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, abbiamo conferma che per l’ASviS l’approccio inclusivo non è una modalità occasionale. Il filmato è realizzato da Elis Viettone, mentre l’editing e le grafiche sono curate da Francesca Spinozzi. Lo spot è sottotitolato e prende le mosse dall’obiettivo 5 – quello sulla parità di genere – dell’Agenda 2030 sullo Sviluppo Sostenibile, che si propone, tra le altre cose, di prevenire la violenza e proteggere le donne. In esso si alternano donne e uomini, diversi per età e altre caratteristiche, che illustrano i contenuti di tale disposizione. «Dai social ai media: combattere gli stereotipi per prevenire la violenza di genere. Promuoviamo un linguaggio più attento e rispettoso verso le donne. Aiutiamo le donne a riconoscere e prevenire ogni forma di violenza, anche quella economica. Formazione e lavoro assicurano alle donne l’autonomia economica per non dover dipendere da uomini violenti. Contrastiamo in modo concreto le molestie sessuali online. Dobbiamo destinare più fondi ai Centri antiviolenza per accogliere e accompagnare le donne che chiedono aiuto, in collaborazione con le autorità locali, di polizia e giudiziarie. Ci sono donne particolarmente discriminate, come migranti, rifugiate e con disabilità, che vanno maggiormente tutelate. Perché non premiare le imprese che offrono lavoro alle donne vittime? Esiste anche la violenza assistita, ovvero quella cui sono esposti le figlie e i figli delle donne abusate. Dobbiamo garantire assistenza anche per loro». Lo spot si conclude con l’invito: «Se hai bisogno di aiuto chiama subito il numero anti violenza e stalking 1522».

Trattandosi di uno spot, il filmato punta a focalizzare concetti precisi esprimendoli in modo sintetico e toccando anche temi meno conosciuti dai più come, appunto, la tutela delle minoranze, e la violenza assistita. La qual cosa ne fa uno strumento apprezzabile sotto diversi punti di vista. Qualche rilievo critico riguarda invece il fatto che le informazioni iniziali (sull’obiettivo 5) e quelle finali (sul numero 1522) sono in formato immagine e non sono espressi dalle voci narranti, dunque, verosimilmente, non sono accessibili alle persone con disabilità visive. Inoltre si usa l’espressione “chiama” il 1522, che lascia intendere che il servizio consista in una linea telefonica, mentre esso prevede anche una chat che può essere utilizzata da donne che per motivi diversi (ad esempio, perché sorde, afasiche, per mancanza di privacy nell’uso del telefono, ecc.) non possono o non vogliono utilizzare la chiamata telefonica per chiedere aiuto. «Contatta come vuoi il 1522!” Questo dovrebbe essere il messaggio da dare ovunque», era l’esortazione espressa lo scorso anno da Martina Gerosa, urbanista, Disability & Accessibility Manager, nonché donna sorda impegnata nel contrasto alla violenza nei confronti delle donne con disabilità. Un’esortazione che rivolgiamo a chiunque sia impegnato/a nel contrasto alla violenza sulle donne (tutte), non per sminuire il valore di un impegno che è comunque meritorio, e che va condiviso senza riserve, ma per aggiungere ulteriori elementi di inclusività a quelli già presenti. (Simona Lancioni)

 

Nota: un ringraziamento a Silvia Cutrera per la segnalazione.

 

Vedi anche:

Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS).

Lo spot contro la violenza di genere realizzato dall’ASviS per la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, 25 novembre 2021.

Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile dell’ONU.

Dopo Covid-19, un futuro sostenibile inclusivo delle donne con disabilità, «Informare un’h», 20 giugno 2020.

Martina Gerosa, “Contatta come vuoi il 1522!” Questo dovrebbe essere il messaggio da dare ovunque, «Informare un’h», 24 novembre 2020.

Sezione del centro Informare un’h dedicata al tema “La violenza nei confronti delle donne con disabilità”.

Sezione del centro Informare un’h dedicata al tema “Donne con disabilità”.

 

Ultimo aggiornamento il 13 Giugno 2023 da Simona