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VIVIEN, supportare le vittime di violenza attraverso interventi educativi

Migliorare in modo sistematico le competenze dei professionisti (polizia, sistema giudiziario, scuola, sistema sanitario e welfare) che hanno un primo contatto con donne a rischio o già vittime di violenza, con attenzione particolare alle donne con disabilità, e sviluppare modelli per aumentare le competenze dei professionisti, trasferibili ad altri Paesi. Sono questi gli obiettivi del progetto VIVIEN (acronimo di “VIctim VIolence Educational Network”), coordinato da Giolli Società Cooperativa di Montechiarugolo (Parma), che partirà il prossimo settembre.

 

Una donna, ritratta di spalle, guarda le onde del mare (foto di Jonatan Becerra).
Una donna, ritratta di spalle, guarda le onde del mare (foto di Jonatan Becerra).

Migliorare in modo sistematico le competenze dei professionisti (polizia, sistema giudiziario, scuola, sistema sanitario e welfare) che hanno un primo contatto con donne a rischio o già vittime di violenza, con attenzione particolare alle donne con disabilità, e sviluppare modelli per aumentare le competenze dei professionisti, trasferibili ad altri Paesi. Sono questi gli obiettivi di VIVIEN (acronimo di “VIctim VIolence Educational Network”), un progetto educativo per migliorare la capacità di assistere le donne vittime di violenza promosso nell’ambito del “Rights, Equality and Citizenship Programme”. Coordinato da Giolli Società Cooperativa di Montechiarugolo (Parma), il progetto ha due partner italiani, l’Associazione Centro Antiviolenza di Parma (ACAV) e l’Università cittadina, e altri con sedi in Finlandia, Croazia e Bulgaria.

Il progetto partirà a settembre 2018, ed avrà una durata di 24 mesi. Potranno beneficiarne 500 (di cui 50% donne) professionisti (della polizia municipale o statale e del sistema giudiziario, del sistema sanitario e dei servizi sociali, dello staff del pronto soccorso e della scuola), e 130 (di cui 50% donne) responsabili a vari livelli: direttori/manager, capi Dipartimento, coordinatori/responsabili di singole Unità (nella polizia, scuola, sistema sanitario e sociale, sistema giudiziario, etc.).

L’intervento educativo dovrebbe migliorare le competenze dei professionisti coinvolti nel gestire la violenza contro le donne; definire percorsi di training per professionisti che siano sperimentati e valutati come efficaci e replicabili in altri Paesi; sostenere la capacità istituzionale di far fronte alla violenza contro le donne; migliorare le procedure dentro e tra le Istituzioni; dare ai futuri professionisti una formazione attinente alle situazioni reali con cui dovranno cimentarsi; realizzare un esteso partenariato tra pubblico e privato che tenga in debito conto la situazione delle donne con disabilità; innalzare la consapevolezza, sia dei professionisti che dei cittadini, sulla specifica vulnerabilità delle donne disabili riducendo il rischio della loro invisibilità.

Chi non potrà partecipare al progetto, potrà utilizzare il materiale documentario che lo stesso si prefigge di realizzare: una raccolta di Best Training, un report su Training Studies, cinque Linee Guida, un libro online “Vivien, Lessons Learned”. Tutti strumenti dei quali c’è davvero bisogno. (Simona Lancioni)

 

Per informazioni: Roberto Mazzini (Giolli Società Cooperativa Sociale) telefax: 0521-686385, e-mail: segreteria@giollicoop.it

 

Per approfondire:

Giolli Società Cooperativa

Sezione del centro Informare un’h dedicata al tema “La violenza nei confronti delle donne con disabilità”.

Sezione del centro Informare un’h dedicata al tema “Donne con disabilità”.

 

Ultimo aggiornamento: 2 agosto 2018

Ultimo aggiornamento il 2 Agosto 2018 da Simona