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Yaska, la Giudice Tutelare dispone l’istituzionalizzazione permanente

Ci siamo già occupati numerose volte della vicenda di Yaska, una donna fiorentina interessata da schizofrenia, ricoverata in un istituto senza il suo consenso, e soggetta a numerose restrizioni della libertà personale in ragione della sua disabilità. Ora, per disposizione della Giudice Tutelare, l’istituzionalizzazione rischia di divenire permanente, con un ulteriore inasprimento delle sue condizioni. Ne dà notizia l’Associazione Diritti alla Follia, che supporta Yaska e la sua famiglia, esprimendo «sconcerto e preoccupazione» per il suo futuro.

Un’opera pittorica raffigura, nei toni del blu e del verde, una donna dai lunghi capelli scuri, nuda, ritratta di spalle, e rannicchiata su sé stessa.

Il centro Informare un’h si è occupato numerose volte della vicenda di Yaska, una donna fiorentina interessata da schizofrenia, ricoverata in un istituto senza il suo consenso, e soggetta a numerose restrizioni della libertà personale in ragione della sua disabilità. Tutto il materiale è raccolto in uno specifico dossier. Ora, per disposizione della Giudice Tutelare, l’istituzionalizzazione rischia di divenire permanente, con un ulteriore inasprimento delle sue condizioni.

Ne dà notizia l’Associazione Diritti alla Follia, che supporta Yaska e la sua famiglia, esprimendo «sconcerto e preoccupazione» per il suo futuro, sottolineando come la stessa sia stata sottoposta ad interdizione e sia ricoverata da anni presso una residenza psichiatrica, nonché come la prospettiva dell’istituzionalizzazione permanente si ponga «in spregio» della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, e delle recenti “Linee guida sulla deistituzionalizzazione, anche in caso di emergenza” elaborate dal Comitato ONU preposto al monitoraggio della Convenzione stessa (se ne legga al seguente approfondimento).

Lo scorso 23 febbraio la «Giudice Tutelare di riferimento, in seguito all’istanza del tutore e alla luce di alcuni recenti avvenimenti – spiegano dall’Associazione –, ha emesso un decreto con il quale si richiede all’ASL Toscana Centro “l’individuazione di una Residenza Sanitaria per Disabili idonea rispetto alle esigenze di vita e di cura della interdetta, previo trasferimento dall’attuale struttura ove la ragazza è inserita dal mese di febbraio 2020 a titolo provvisorio e meramente riabilitativo, essendo pertanto decorsi i tre anni previsti per gli inserimenti temporanei, anche al di fuori dell’Area Metropolitana di Firenze ove la struttura individuata fosse collocata in altra Area regionale”».

Ma il ricorso alle Residenze Sanitarie per Disabili (RSD), la cui esistenza è comunque ritenuta illegittima dal Comitato ONU,  è in genere riservato a persone con disabilità che risultano prive del necessario supporto familiare, mentre in questo caso la «Giudice tutelare ha ordinato all’ASL Toscana Centro di trasferire la donna da una struttura fiorentina in cui la donna, denunciano i familiari, è già sottoposta a forti restrizioni della libertà personale, in una struttura ancora più chiusa e ubicata in un’altra regione italiana», puntualizza Diritti alla Follia.

«Solo nella serata del 28 febbraio 2023 i familiari di Yaska hanno potuto conoscere il contenuto del decreto emesso a conclusione dell’udienza tenutasi nella medesima data – raccontano dall’Associazione –, nella quale si legge che erano presenti “il tutore, il protutore e il legale di Jeanette Fraga, madre della interdetta”. Ai familiari desta molta perplessità anche la decisione della Giudice Tutelare di trasferire Yaska in una struttura contenitiva a carattere permanente prima ancora che inizi il processo d’appello contro la sentenza che lo scorso ottobre ha respinto la richiesta di revocare l’interdizione a favore dell’amministrazione di sostegno, ovvero nel bel mezzo di un procedimento giudiziario che non è ancora arrivato alla sua conclusione definitiva».

E le stranezze non finiscono qui, giacché solo dopo avere letto il testo del decreto, i familiari di Yaska «hanno scoperto con grande sconcerto e stupore che la decisione di trasferire la loro congiunta in una Residenza Sanitaria per Disabili posta fuori dalla Toscana, sarebbe stata ritenuta opportuna, oltre che dal tutore e dal protutore, anche dal legale di Jeanette Fraga. La Signora Fraga nega con fermezza e indignazione di aver mai dato la sua pur minima indicazione al proprio legale di acconsentire al trasferimento della figlia Yaska in una comunità ancor più contenitiva dell’attuale, posta lontana da Firenze e fuori dalla Toscana».

A fronte di tale situazione, «il legale della signora Fraga ha presentato istanza contro il decreto, in cui, tra le altre cose scrive che: “si ritiene lo spostamento deleterio per la salute psichica della ragazza che aveva ormai familiarizzato con il personale medico e paramedico. Lo spostamento rischia di essere destabilizzante”». Ovviamente seguiremo le ulteriori evoluzioni di questa terribile vicenda. (S.L.)

 

Vedi anche:

Dossier – Yaska, un esempio emblematico di violenza sistemica, di genere e abilista.

Associazione Diritti alla Follia.

 

Ultimo aggiornamento il 13 Marzo 2023 da Simona