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Bene la didattica in presenza per gli studenti con disabilità, ma “in condizione di reale inclusione”

di Salvatore Nocera*

La seconda ondata della pandemia di Covid-19 ha portato alcuni presidenti di Regione a emanare diverse ordinanze volte a introdurre la didattica a distanza, prevedendo per i soli alunni e alunne con disabilità la didattica in presenza a scuola col proprio docente di sostegno. C’è chi interpreta queste iniziative come un accomodamento ragionevole, ma ci sono anche alcune associazioni operanti nell’ambito della disabilità che temono il rischio di ritorno, sia pur temporaneo, alle scuole speciali. Per comprendere meglio quale sia la corretta interpretazione di queste situazioni ci siamo rivolti a Salvatore Nocera, uno dei maggiori esperti di didattica inclusiva. Pubblichiamo di seguito il suo parere. (S.L.)

 

Un’illustrazione raffigura alcuni bambini e bambine con i loro quaderni, una bambina è in sedia a rotelle.

Le recenti ordinanze di alcuni presidenti di Regioni, come quelli della Campania, della Liguria e, sino ad ora, della Calabria, che, a causa delle restrizioni dovute al crescere della pandemia, hanno ordinato la didattica a distanza, prevedendo per i soli alunni e alunne con disabilità la didattica in presenza a scuola col proprio docente per il sostegno, stanno suscitando un vivace dibattito specie tra le famiglie degli alunni con disabilità.

Infatti molti vedono in questa normativa un rischio di ritorno, sia pur temporaneo, alle scuole speciali.

In tal senso si è mossa la FISH -Campania (Federazione Italiana Superamento dell’Handicap), che ha trovato il sostegno ufficiale dei Sindacati-scuola di questa Regione.

Alcuni ritengono che tale preoccupazione sia eccessiva, essendo questo un “accomodamento ragionevole”, previsto dalla Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità.

Ma qual è la normativa in materia?

Il Decreto Ministeriale n. 39 del 26 giugno 2020, “Adozione del Documento per la pianificazione delle attività scolastiche, educative e formative in tutte le Istituzioni del Sistema nazionale di Istruzione per l’anno scolastico 2020/2021”, stabiliva che, in caso di didattica a distanza, gli alunni e le alunne con disabilità dovessero aver diritto alla didattica in presenza, poiché la didattica a distanza sino ad allora praticata era risultata del tutto inutile agli alunni con disabilità.

Ciò era stato predisposto in vista dei possibili casi di didattica mista per classi divise in parte a scuola ed in parte a casa, che si sarebbero potute alternare durante i giorni della settimana. Si voleva cioè che in tali circostanze, gli alunni con disabilità dovessero essere sempre col gruppo di compagni che si alternavano in presenza a scuola.

Purtroppo con la didattica a distanza ordinata per tutte le classi nella loro totalità, le Regioni che avevano sottoscritto un’apposita intesa col Governo a seguito della quale era stato emanato il Decreto Ministeriale n. 39/2020, hanno interpretato la disposizione del Decreto in modo letterale, ma parziale.

Infatti il Decreto, dopo la previsione della didattica in presenza da garantire agli alunni con disabilità, segue dicendo “in condizione di reale inclusione”, proprio perché si aveva in mente la situazione sopra indicata.

L’ordine della didattica a distanza per le classi nella loro totalità ha creato una situazione nuova cui le Regioni hanno risposto in modo eccessivo, ignorando il riferimento alla “situazione di reale inclusione” prevista dal Decreto.

Tale situazione non può considerarsi un “accomodamento ragionevole”, poiché questa norma della Convenzione ONU prevede che l’accomodamento deve essere tale al fine di assicurare al massimo il diritto all’inclusione scolastica degli alunni e delle alunne con disabilità (art. 24 della citata Convenzione ONU).

La proposta che la FISH-Campania ha avanzato, condivisa dai Sindacati-scuola locali, di far partecipare almeno un gruppetto di compagni senza disabilità, in modo da ricostituire le condizioni di reale inclusione, mi sembra, questa sì, un vero accomodamento ragionevole.

Anzi la soluzione ottimale, a mio avviso, potrebbe essere che a questo gruppetto misto di alunni in presenza facciano lezione i docenti curricolari e quelli per il sostegno, i quali però svolgono le loro lezioni a distanza per tutti gli altri compagni/e. In tal modo si garantisce il diritto di tutti nel rispetto delle tutele per le diversità di situazioni, come vuole la logica inclusiva.

 

* Avvocato, uno dei maggiori esperti di didattica inclusiva, componente dell’Osservatorio AIPD (Associazione Italiana Persone Down) sull’Inclusione Scolastica.

 

Vedi anche:

Napoli, scuole chiuse tranne una, per accogliere in presenza i bambini e le bambine con disabilità, «Informare un’h», 22 ottobre 2020.

 

Ultimo aggiornamento il 24 Ottobre 2020 da Simona