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Includere le persone con disabilità in ogni azione sul cambiamento climatico

A partire da un approccio alla disabilità basato sui diritti umani, come sancito dalla Convenzione ONU, coinvolgere in una piena ed effettiva partecipazione le persone con disabilità e le loro organizzazioni rappresentative in ogni azione di contrasto al cambiamento climatico, riconoscendo l’importanza delle loro competenze dirette: è il senso del documento “Persons with Disabilities and Climate Action”, cui ha contribuito sostanzialmente anche il Forum Europeo sulla Disabilità, presentato a Dubai, dove è in svolgimento la Conferenza delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (COP 28).*

Una persona con disabilità in carrozzina lungo una parte di un’autostrada distrutta dall’Uragano Matthew a Flagler Beach, in Florida, il 9 ottobre 2016 (© Jewel Samad/AFP/Getty Images). Le persone con disabilità sono ancora sempre tra le più vulnerabili, in caso di emergenze climatiche.

A partire da un approccio alla disabilità basato sui diritti umani, come sancito dalla Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, coinvolgere in una piena ed effettiva partecipazione le persone con disabilità e le loro organizzazioni rappresentative in ogni azione di contrasto al cambiamento climatico, riconoscendo l’importanza delle loro competenze dirette e promuovendo misure concrete che ne migliorino l’inclusione: si può riassumere così il senso profondo del documento Persons with Disabilities and Climate Action (“Persone con disabilità e azioni per il clima”), disponibile integralmente in inglese a questo link, che l’IDA (International Disability Alliance) e l’IDDC (International Disability and Development Consortium) presentano in questi giorni a Dubai, negli Emirati Arabi Uniti, dove è in svolgimento la Conferenza delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (COP 28).

All’elaborazione del documento ha contribuito sostanzialmente l’EDF, il Forum Europeo sulla Disabilità, insieme anche alla WBU, l’Unione Mondiale dei Ciechi, Inclusion InternationalCBM Global Disability InclusionLight for the World e l’ILO, l’Organizzazione Internazionale del Lavoro. (Stefano Borgato)

Per ogni ulteriore informazione o approfondimento: Elham Youssefian (eyoussefian@ida-secretariat.org); Mary Keogh (Mary.keogh@cbm-global.org).

 

* Il presente testo è già stato pubblicato su «Superando.it», il portale promosso dalla FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), e viene qui ripreso, con lievi adattamenti al diverso contesto, per gentile concessione.

 

Ultimo aggiornamento il 29 Novembre 2023 da Simona