Menu Chiudi

Innegabile l’aumento delle diagnosi di autismo tra alunni e alunne con disabilità

di Carlo Hanau e Flavio Sartoretto*

«Esaminando i dati contenuti nel recente rapporto dell’ISTAT “L’inclusione scolastica degli alunni con disabilità anno 2022-2023” – scrivono Carlo Hanau e Flavio Sartoretto – era prevedibile l’aumento delle diagnosi di autismo e lo sarà ancor di più nel futuro, come dimostrano Paesi quali l’Australia e gli Stati Uniti. Piuttosto quindi che negare tale aumento reale, occorrerebbe migliorare la conoscenza dell’eziologia, ovvero delle cause, che sono molto differenziate».

Un ragazzo con disturbo dello spettro autistico.

Vorremmo proporre alcune considerazioni sul rilevante aumento della popolazione di studenti con disabilità e in particolare con disturbo dello spettro autistico, a partire dai dati contenuti nel recente rapporto dell’ISTAT denominato L’inclusione scolastica degli alunni con disabilità anno 2022-2023 (disponibile a questo link, assieme alle relative tavole). Nel vedere in particolare la tavola Alunni con disabilità per tipo di problema e ordine e anno scolastico, si può notare che il Disturbo dello sviluppo psicologico (alias ASD, alias Disturbi generalizzati dello sviluppo psicologico, alias Sviluppo) è nettamente prevalente (56,8%) su tutti gli altri nella scuola dell’infanzia e in quella primaria.

Rispetto all’anno precedente si stima una fortissima crescita: si arriva a 338.000 alunni e alunne con disabilità (+7%), raggiungendo così il 4,1% di tutti gli alunni e alunne di ogni ordine e grado. Nell’anno scolastico 2018-2019 il numero degli alunni con disabilità certificata era stato infatti di 284.000 (3,3% sul totale) ed è fra quell’anno scolastico e quello del 2022-2023, quando cioè si sviluppa la pandemia da Covid, che riteniamo giustificato un approfondito confronto.
L’indicatore più importante, dunque, è quello dell’aumento degli alunni con disabilità avvenuto nella scuola primaria nell’ultimo anno (5,1% rispetto a 4,8% nel 2021-2022) e deve essere interpretato come un segnale fortemente negativo. In questa fascia di età, infatti, le disabilità vengono riconosciute quasi tutte e non si presenta ancora il fenomeno dell’abbandono scolastico, anche perché la scuola primaria italiana è abbastanza inclusiva. Il calo dovuto all’abbandono aumenta invece moltissimo nella scuola secondaria di secondo grado. Per questi motivi si ritiene che l’indicatore di prevalenza della disabilità nelle fasce di età della scuola primaria sia quello maggiormente rappresentativo dell’aumento della disabilità fra gli alunni.

L’aumento delle diagnosi di autismo era prevedibile e sarà ancora più forte nel futuro, come dimostrano i Paesi più progrediti, quale l’Australia. L’Italia segue con un ritardo di undici anni quello degli Stati Uniti (se ne legga anche su queste pagine Stati Uniti d’America, l’autismo aumenta ancora).
Il nuovo rapporto dell’ISTAT consente pertanto di aggiornare alcune nostre considerazioni su questi temi, già espresse nei mesi scorsi (a questo e a questo link). Piuttosto che negare l’aumento reale, occorre migliorare la conoscenza dell’eziologia, ovvero delle cause, che sono molto differenziate, trattandosi di centinaia di malattie rare e ultrarare. Quelle note sono tutte di origine organica, peccato che non si facciano gli esami per trovarne la frequenza nella popolazione con autismo. La complessità delle cause tutte da chiarire richiede invece una ricerca approfondita, che in Italia è molto trascurata e che la nostra Associazione [APRI-Associazione Cimadori per la ricerca italiana sulla sindrome di Down, l’autismo e il danno cerebrale, N.d.R.] richiede da sempre.

La Tavola 13 del citato rapporto ISTAT mostra che l’ASD, il disturbo dello spettro autistico, abbreviato come “Sviluppo”, rappresenta il 31,8% del totale degli alunni con disabilità di tutte le scuole, ovvero circa 107.000 alunni.
Appare chiaro l’aumento notevolissimo dell’ASD nella scuola primaria in misura più elevata rispetto alle altre disabilità. E cresce molto anche l’ADHD disturbo dell’ipercinesia e disattenzione continua), spesso associato all’ASD.

Il numero degli insegnanti di sostegno, è cresciuto più del numero degli allievi con disabilità. Insieme agli assistenti all’autonomia e alla comunicazione e/o agli Educatori sociopedagogici, se fossero qualificati, basterebbero a coprire tutte le ore necessarie persino per l’intervento precoce intensivo di 25 ore settimanali in rapporto di 1 a 1 di cui alla Linea Guida n. 21 del 2011 sui bambini e adolescenti con autismo. Su questo argomento abbiamo già scritto molto, avanzando quattro proposte fattibili e sostenibili economicamente dal bilancio pubblico, di cui si può leggere su queste stesse pagine al contributo intitolato La scuola continua a essere drammaticamente impreparata ad accogliere bambini e bambine con autismo.

 

* Carlo Hanau è il presidente dell’APRI (Associazione Cimadori per la ricerca italiana sulla sindrome di Down, l’autismo e il danno cerebrale), già Docente all’Università di Modena e Reggio Emilia; Flavio Sartoretto è senior researcher all’Università Ca’ Foscari di Venezia. Il presente testo è già stato pubblicato su «Superando.it», il portale promosso dalla FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), e viene qui ripreso, con lievi adattamenti al diverso contesto, per gentile concessione.

 

Ultimo aggiornamento il 3 Aprile 2024 da Simona