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Verrà rifinanziato il Fondo per l’Alzheimer e le demenze

Intervenuto al convegno “Il Declino Cognitivo e le demenze. Il dovere di aprire strade nuove”, organizzato dall’ASL Roma 2, tenutosi in occasione della Giornata mondiale per l’Alzheimer, il direttore generale della Prevenzione del Ministero della Salute, Francesco Vaia, ha confermato che il Fondo per l’Alzheimer e le demenze verrà rifinanziato, e che è intensione del Ministero chiedere che venga triplicato.

Foto in bianco e nero di un uomo anziano ritratto di spalle, col cappello, un bastone in una mano ed una busta della spesa nell’altra, cammina su una strada in mezzo al verde (foto di Vlad Chețan su Pexels).

Lo scorso 21 settembre, in occasione del convegno “Il Declino Cognitivo e le demenze. Il dovere di aprire strade nuove”, organizzato da Giovanni Capobianco, direttore della UOC Geriatria dell’Ospedale Sant’Eugenio dell’ASL Roma 2, con il patrocinio della Regione Lazio, Francesco Vaia, direttore generale della Prevenzione del Ministero della Salute, non si è limitato a confermare che il Fondo per l’Alzheimer verrà rifinanziato, si è spinto anche più in là: «Come Ministero presenteremo al Parlamento, per la prossima Finanziaria, la proposta non solo di rifinanziare il Fondo per l’Alzheimer, ma di triplicare il fondo».

Istituito nel 2020 con una dotazione di 5 milioni il Fondo per l’Alzheimer e le demenze scadrà alla fine del 2023. Vi è dunque, tra le famiglie che ne sono interessate, una certa apprensione riguardo al suo rinnovo.

«L’Alzheimer e la demenza nel suo complesso – ha aggiunto Vaia – oltre a interessare un milione di pazienti, coinvolge circa tre milioni di caregiver, che in questo momento portano gran parte del peso dell’assistenza. Per alleviare i pazienti e soprattutto i caregiver ci vuole un intervento interdisciplinare e interministeriale, a partire da un maggiore finanziamento della ricerca e di tutte le azioni determinanti di prevenzione che ci portino a debellare questa gravissima malattia».

Proprio il 21 settembre, in occasione della Giornata mondiale per l’Alzheimer, è stato pubblicato il World Alzheimer Report 2023 (Rapporto mondiale sull’Alzheimer 2023) realizzato dalla Alzheimer’s Disease International (in sigla ADI, la Federazione Internazionale delle associazioni di Alzheimer e demenza in tutto il mondo). Qualche dato: si stima che attualmente vi siano oltre 55 milioni di persone nel mondo che vivono con demenza, e si prevede che il numero di persone colpite salirà a 139 milioni entro il 2050, con gli aumenti maggiori nei Paesi a basso e medio reddito. Già il 60% delle persone affette da demenza vive in Paesi a basso e medio reddito, ma entro il 2050 questa percentuale salirà al 71%. 1,3 trilioni di dollari è invece il costo economico globale della demenza. «Se la “demenza” fosse un Paese, sarebbe la diciottesima economia più grande del mondo», si legge nel sito dell’ADI.

«Dopo la pandemia riprendiamo con coraggio, competenza e senso di prossimità alle famiglie la cura, le cure delle persone affette da demenza – ha dichiarato Capobianco –, con la consapevolezza di dover trovare una sintesi tra il mondo della tecnologia e gli atti di cura degli operatori sanitari. L’impulso della ricerca non ha trovato ancora il “silver bullett” [letteralmente: “proiettile d’argento”, N.d.R.] per la demenza, ma c’è una certezza… prevenzione primaria e secondaria, cure per le comorbidità, sostegno alle famiglie e modelli innovativi di assistenza come il “Curare@casa” rappresentano il modello che la Geriatria della ASL ROMA 2 vuole trasmettere come la propria esperienza necessaria».

In occasione del convegno Giorgio Casati, direttore generale dell’ASL Roma 2, ha osservato come «l’Alzheimer non rappresenti soltanto un problema di salute, ma anche e soprattutto un problema sociale. Dobbiamo passare dalla cura della malattia alla cura della persona, ad un sistema orientato al miglioramento del vissuto dei pazienti. Fin qui abbiamo avuto un sistema focalizzato più sul tema dell’ospedale e delle discipline di cura che sul tema della prevenzione e del miglioramento dello stato di salute di tutti i cittadini. La popolazione italiana è sempre più anziana, c’è bisogno di attivare e coinvolgere soggetti diversi, anche istituzionalmente, in un modello molti a uno». (S.L.)

 

Si ringrazia Diana Daneluz per la segnalazione.

 

Ultimo aggiornamento il 22 Settembre 2023 da Simona