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Non c’è posto per te! – Campagna di sensibilizzazione in tema di violenza di genere

Campagna di sensibilizzazione
perché nessuna donna vittima di violenza sia più esclusa dai Servizi Antiviolenza

L’ultimo rapporto Istat in tema di violenza di genere ci dice che il 94% delle Case rifugio si è dotata di criteri di esclusione dall’accoglienza delle ospiti. La campagna di sensibilizzazione “Non c’è posto per te!” rivolge specifiche richieste ai Servizi Antiviolenza e alle Istituzioni per far sì che nessuna donna vittima di violenza sia più esclusa dai Servizi in questione. Essa è aperta alla sottoscrizione sia di Enti e Gruppi che di singole persone (per aderire o per informazioni scrivere a info@informareunh.it).

Nota bene: tutte le notizie sullo stato di avanzamento della campagna di sensibilizzazione sono riportate negli articoli linkati in calce al presente testo.

Su un prato circondato da fogliame variopinto c’è una panchina rossa.
L’immagine scelta per la campagna di sensibilizzazione “Non c’è posto per te!” è una “panchina rossa ostile” realizzata dall’illustratrice Paola Formica. Essa vuole essere il simbolo di un’accoglienza selettiva che va superata. Si tratta di una panchina rossa sulla cui seduta è stato applicato un divisorio per impedire che le persone senza fissa dimora vi si possano sdraiare. Essere senza fissa dimora è uno dei criteri di esclusione dall’accoglienza delle ospiti adottati dalle Case rifugio.

Nell’Italia in cui i casi di violenza di genere sono quotidiani e possiamo contare un femminicidio ogni tre giorni, alcune delle più frequenti esortazioni rivolte alle donne che subiscono violenza sono: «Denunciate! Rivolgetevi ai Servizi!». Tali esortazioni danno per scontato che qualunque donna si rivolga ai Servizi Antiviolenza troverà accoglienza e sarà benaccetta. Ebbene, non è così. Vi sono alcune donne che sono escluse dalle Case rifugio. Sono donne con difficoltà complesse in cui esiste spesso una compresenza di limitazioni o di fragilità e che quindi hanno bisogni importanti per numero e per specificità. Da qui deriva una minore possibilità di riuscire in autonomia a trovare aiuto e soluzioni, la qual cosa innesca un circolo vizioso di rifiuti e solitudine: lo svantaggio comporta debolezza ulteriore e questa aumenta l’esclusione e la cancellazione della persona e della donna. Sono donne esposte a discriminazione multipla/intersezionale, un tipo di discriminazione causata dalla compresenza nella stessa persona di più fattori di rischio (ad esempio, essere donna e fare abuso di sostanze; oppure essere donna ed avere una disabilità, ecc.).

Il 94,1% delle Case rifugio si è dotata di criteri di esclusione dall’accoglienza delle ospiti, mentre il 61,4% di esse ne ha introdotto di ulteriori in relazione ai figli e figlie delle ospiti (dati relativi all’anno 2021, fonte: Istat, Sistema di protezione per le donne vittime di violenza – anni 2021-2022, 7 agosto 2023).

Stiamo parlando di donne che le Case rifugio respingono, ma nel rapporto Istat i criteri di esclusione sono indicati in modo asettico, come se si trattasse di una prassi inevitabile, accettabile e senza conseguenze per le donne: abuso di sostanze e dipendenze, disagio psichiatrico, essere senza fissa dimora, tratta e prostituzione, status giuridico, essere agli ultimi mesi di gravidanza, altri criteri di esclusione.

Il dettaglio dei dati Istat sui criteri di esclusione adottati dalle Case rifugio
Il 94,1% delle Case rifugio (317 in valori assoluti) si è dotata di criteri di esclusione dall’accoglienza delle ospiti. L’81,9% delle Case rifugio (276 in valori assoluti) non accoglie donne che fanno abuso di sostanze e con dipendenze; l’80,7% (272 Case rifugio) non accoglie donne con disagio psichiatrico; il 71,2% (240) donne senza fissa dimora; il 37,1% (125) donne vittime di tratta e prostituzione; il 20,8% (70) quelle prive di uno specifico status giuridico; il 19,9% (67) donne agli ultimi mesi di gravidanza; il 10,1% (34) donne respinte sulla base di altri criteri di esclusione (dati relativi all’anno 2021, Tavole 16 e 17 del file con i dati sulle Case rifugio contenuto in: Istat, Sistema di protezione per le donne vittime di violenza – anni 2021-2022, 7 agosto 2023). Ulteriori criteri di esclusione dall’accoglienza sono applicati dal 61,4% delle Case rifugio (207 in valori assoluti) in relazione ai figli e figlie delle ospiti. Il 42,4% delle Case rifugio (143) pongono limiti all’età nell’accoglienza dei figli/figlie delle ospiti, il 48,4% (163) pongono limiti di genere, il 7,7% (26) ulteriori criteri di esclusione (dati relativi all’anno 2021, Tavola 18 del file con i dati sulle Case rifugio contenuto in: Istat, Sistema di protezione per le donne vittime di violenza – anni 2021-2022, 7 agosto 2023).

Non sappiamo cosa ne sia di queste donne escluse dalle Case rifugio, il rapporto non lo dice, ma non è difficile immaginare quale possa essere la loro sorte. Il citato rapporto Istat ha rilevato i criteri di esclusione solo per le Case rifugio, ma abbiamo avuto riscontro che le richieste di aiuto di diverse donne con disabilità siano state ignorate anche da diversi Centri antiviolenza (CAV). Pertanto la nostra riflessione è rivolta a tutti i Servizi Antiviolenza.

Solitamente l’introduzione di meccanismi di esclusione – che siano formalizzati o meno – non è percepita come discriminatoria da chi li pone in essere, ma tale percezione non è corretta: escludere dai Servizi Antiviolenza anche una sola donna costituisce una discriminazione, ed il fatto che siano escluse le donne con difficoltà complesse pone questioni etiche e giuridiche che non possono essere liquidate evocando l’inconsapevolezza della gravità della pratica. Infatti tutta la letteratura scientifica sul tema rivela che le donne che sono esposte a discriminazione multipla/intersezionale corrono un rischio significativamente più alto di subìre violenza rispetto alle altre donne. Ad esempio, il rischio di subìre stupri o tentati stupri è doppio per le donne con disabilità (10%) rispetto a quelle senza limitazioni funzionali (4.7%) (fonte: Istat, La violenza contro le donne dentro e fuori la famiglia. Anno 2014).

Il grafico a torta su cui domina l’arancione del 94% delle Case rifugio che hanno adottato criteri di esclusione dall’accoglienza delle ospiti, con un esiguo spicchietto azzurro (il 6% delle Case rifugio che non li hanno adottati), ben esprime anche in modo visivo le proporzioni della pratica discriminatoria. Grafico: Simona Lancioni – Fonte: Istat, Sistema di protezione per le donne vittime di violenza – anni 2021-2022, 7 agosto 2023, Tabella 17 del file con i dati sulle Case rifugio (anno 2021).

Vero è che spesso i Servizi Antiviolenza dispongono di risorse limitate e di personale non specificamente formato ad affrontare la complessità che alcuni casi possono presentare. Sotto questo profilo va chiarito che non stiamo chiedendo ai singoli Servizi di affrontare questi casi in autonomia, li stiamo invece invitando ad affrontarli organizzandosi in modo diverso. Si tratta di costruire reti territoriali che mettano in comune risorse e competenze, nonché di disporsi a lavorare con équipe multidisciplinari a composizione variabile, coinvolgendo di volta in volta le professionalità utili e necessarie ad affrontare in modo adeguato i casi in questione. I Servizi Antiviolenza sono invitati a adottare un nuovo approccio di base in cui il principio di inclusione per ogni tipo di limite, difficoltà, disagio o patologia della donna che chiede aiuto sia considerato come una premessa ineluttabile, un elemento di eccellenza, sia dal punto di vista organizzativo concreto (accessibilità dei Servizi Antiviolenza, inclusione dei figli/e anche con disabilità, operatrici formate, ecc.), che dal punto di vista etico e culturale. Esistono già esempi virtuosi di Servizi Antiviolenza che si sono disposti a lavorare in questo modo (se ne legga a questo link), si tratta solo di seguirne le orme.

Ancor meno ricevibile è l’argomentazione, talvolta proposta, che si tratti di casi residuali, giacché le donne che rientrano nei criteri di esclusione indicati dalle Case rifugio non sono affatto in un numero trascurabile, ed in ogni caso non può considerarsi trascurabile nessun numero superiore allo zero. In merito va evidenziato che laddove il principio di accessibilità sia rispettato, emerge una dimensione altrimenti invisibile di richieste e aumenta la consapevolezza dei propri diritti e delle condizioni di violenza subìte anche da parte di donne con maggiori difficoltà e disagio.

Infine vale la pena di ricordare che chiunque operi nella Rete Antiviolenza è vincolato/a al rispetto dei princìpi di uguaglianza e non discriminazione sanciti dall’articolo 4 della Convenzione di Istanbul (la Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica), che è stata ratificata dall’Italia con la Legge 77/2013, e che costituisce il riferimento normativo più elevato in tema di contrasto alla violenza di genere.

La presente campagna di sensibilizzazione, denominata “Non c’è posto per te!”, è pertanto finalizzata a far sì che nessuna donna vittima di violenza sia più esclusa dai Servizi Antiviolenza.

È importante sottolineare che non rientra nelle finalità di questa campagna discreditare i Servizi Antiviolenza. Non trarremmo alcun vantaggio da una simile operazione, e l’intera comunità ne sarebbe danneggiata. L’unico obiettivo della campagna è promuovere un’accoglienza senza discriminazioni. È proprio la consapevolezza di quanto sia preziosa e vitale la funzione svolta da tali Servizi, che rende intollerabile che qualcuna ne sia esclusa. Riteniamo infatti che rifiutarsi di accogliere anche una sola donna vittima di violenza significhi abbandonarla nelle mani del suo aggressore o del suo assassino, oppure relegarla in una condizione di subordinazione ed esclusione nel contesto in cui vive, e questo… ecco, questo deve finire!

Più si accoglie senza discriminazioni, più le donne “tutte”, anche senza difficoltà complesse, modificano la propria percezione rispetto alle condizioni di vita di ciascuna e si possono attivare per chiedere aiuto e per sensibilizzare altre persone. Così si promuove il diritto per tutte di essere accolte e aiutate. Auspicabilmente, in questo modo, le stesse operatrici, le Reti di aiuto e i Servizi Antiviolenza diventano promotori e promotrici di consapevolezza ed emancipazione anche delle donne con limitazioni e difficoltà complesse.

Richieste per i Servizi Antiviolenza

  • Eliminazione dei meccanismi di esclusione dall’accoglienza delle ospiti e dei loro figli e figlie – formalizzati o meno – in ottemperanza alle disposizioni contenute nella Convenzione di Istanbul.
  • Costituzione di reti territoriali finalizzate alla presa in carico delle donne vittime di violenza che sono esposte a discriminazione multipla/intersezionale.
  • Disposizione a lavorare in équipe multidisciplinari a composizione variabile, coinvolgendo di volta in volta le professionalità utili e necessarie ad affrontare in modo adeguato la complessità che ciascun caso più presentare.

Richieste per le Istituzioni

  • Introduzione del rispetto del principio di non discriminazione quale requisito richiesto per l’accesso ai fondi pubblici da parte dei Servizi Antiviolenza.
  • Fissare un tempo di adeguamento entro il quale i Servizi Antiviolenza debbono eliminare i meccanismi di esclusione dall’accoglienza delle ospiti e dei loro figli e figlie – formalizzati o meno – onde evitare la sospensione dei finanziamenti pubblici.

La campagna di sensibilizzazione “Non c’è posto per te!” è promossa da Informare un’h- Centro Gabriele e Lorenzo Giuntinelli in collaborazione con le seguenti professioniste: Maria Giulia Bernardini (ricercatrice in Filosofia del Diritto presso l’Università di Ferrara), Martina Gerosa (urbanista, disability & accessibility manager), Nadia Muscialini (psicoanalista e psicologa presso il Servizio Sanitario Nazionale), Piera Nobili (architetta), Maria Cristina Pesci (medica psicoterapeuta del progetto CHIAMA chiAMA di Bologna gestito congiuntamente dalle Associazioni MondoDonna e AIAS di Bologna – Associazione Italiana Assistenza Spastici), e, chi scrive, Simona Lancioni, in qualità di responsabile del centro promotore della campagna. Inoltre la campagna ha ottenuto i patrocini della UILDM Nazionale (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare), del CERPA Italia (Centro Europeo di Ricerca e Promozione dell’Accessibilità), dell’Associazione Femminile Maschile Plurale (FMP) di Ravenna.

Per favorire la diffusione dell’iniziativa attraverso i social sono state prodotte alcune brevi clip informative curate dalle professioniste coinvolte nel progetto. Alla predisposizione dei filmati hanno collaborato anche Alessandro Pecori, responsabile operativo dello sportello Informarecomunicando di Pisa, che ha fornito un supporto tecnico; Delphine Caron, docente della lingua dei segni italiana (LIS) ed attivista per i diritti delle donne e delle persone sorde che ha prodotto il filmato in questa lingua; e l’Associazione Blindsight Project che ha curato la audiodescrizione e sottotitolazione delle clip allo scopo di rendere fruibili i contenuti informativi anche dalle persone con disabilità sensoriali, in particolare hanno collaborato Laura Raffaeli, presidente dell’Associazione, Laura Giordani, che ha curato i testi dell’audiodescrizione, Barbara Paradiso, che ha curato la sottotitolazione, Alessandra Paganelli, che ha prestato la voce per l’audiodescrizione, e Luca Ruffini della Pselion Web Agency, che ha curato il mix e il montaggio. Tutto il materiale è liberamente fruibile dai seguenti link:

Inoltre, per consentire l’accesso alle informazioni a chi ha difficoltà a utilizzare i consueti testi scritti, questa campagna di sensibilizzazione è stata realizzata anche nella versione facile da leggere e da capire (Easy To Read, disponibile a questo link), a cura di Francesca Stella, formatrice nazionale del linguaggio Easy To Read e lettrice di prova del gruppo dell’ANFFAS di Udine (Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale), e nella versione con i simboli della comunicazione aumentativa alternativa (CAA, disponibile a quest’altro link), a cura di Stefania Costantini (educatrice socio-pedagogica).

L’immagine scelta per questa campagna di sensibilizzazione è stata realizzata dall’illustratrice Paola Formica. Essa raffigura una panchina rossa, uno dei simboli del contrasto alla violenza di genere, ma questa, a differenza delle altre, è una “panchina rossa ostile”, infatti sulla seduta è stato applicato un divisorio per impedire che le persone senza fissa dimora vi si possano sdraiare. Essere senza fissa dimora è uno dei criteri di esclusione dall’accoglienza delle ospiti adottati dalle Case rifugio. L’opera vuole essere il simbolo di un’accoglienza selettiva che va superata.

La campagna di sensibilizzazione “Non c’è posto per te!” è rivolta ai Servizi Antiviolenza, alle Istituzioni e a tutta la popolazione. Essa è aperta alla sottoscrizione sia di Enti e Gruppi che di singole persone (per aderire o per informazioni scrivere a info@informareunh.it).

Simona Lancioni
Responsabile di Informare un’h – Centro Gabriele e Lorenzo Giuntinelli di Peccioli (Pisa)

 

Nota su Informare un’h
Informare un’h – Centro Gabriele e Lorenzo Giuntinelli di Peccioli (Pisa) è un servizio informativo in tema di disabilità della UILDM Sezione di Pisa (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare). Il centro presta molta attenzione alle questioni di genere, è impegnato da vent’anni nella promozione dei diritti delle donne con disabilità, ed in particolare nel contrasto alle discriminazioni multiple e alle violenze che esse subiscono. Esso è apartitico e aconfessionale, ed opera nell’àmbito del paradigma delineato dalla Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità (ratificata dall’Italia con la Legge 18/2009). Per info: info@informareunh.it e www.informareunh.it.

 

Pubblichiamo di seguito gli elenchi, in costante aggiornamento, dei Soggetti aderenti

Adesioni degli Enti/Gruppi (in ordine di arrivo)

1 Diritti alla Follia
2 Studio Legale Ferlin
3 Associazione Il Coraggio
4 Associazione Michele Baù – Angeli con le ali
5 Associazione per i Diritti Umani
6 Centro di Relazioni Umane di Bologna
7 Associazione Code per Curiosi
8 Associazione Diritti Senza Barriere
9 Gruppo Donne UILDM (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare)
10 Associazione Libere Sinergie
11 Progetto Aisha
12 Circolo Chico Mendez
13 Centro per l’alternativa alla psichiatria Francesco Lorusso
14 Centro Antiviolenza Vittore Buzzi di Milano
15 CCDU – Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani
16 Superando.it
17 Coordinamento Etico dei Caregivers di Pisa
18 Gruppo Donne del GALM (Gruppo Animazione Lesionati Midollari)
19 Comunità Fragole Celesti
20 Associazione DisabilmenteMamme
21 Associazione Insieme per Costruire
22 Associazione Tarta Blu
23 Associazione Autismo Pisa
24 Associazione Verba
25 Associazione Spazio Disponibile
26 CRID – Centro di Ricerca Interdipartimentale su Discriminazioni e vulnerabilità, Univ. di Modena e Reggio Emilia
27 Associazione Isolina e…
28 ENIL Lombardia (European Network on Independent Living – Rete per la Vita Indipendente in Lombardia)
29 Associazione Scarpetta Rossa
30 Associazione sensibilMente
31 Fondazione Arché
32 CETEC Associazione culturale (Centro Europeo Teatro e Carcere)
33 Tribunale della Salute
34 SMIPS – Scienza Medicina Istituzioni Politica Società
35 Casa delle Donne di Milano
36 DPI Italia – Disabled Peoples’ International
37 AVI – Agenzia per la Vita Indipendente di Roma
38 Gruppo Solidarietà
39 Fondazione Mantovani Castorina
40 Associazione Collagene VI Italia
41 FISH Campania (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap)
42 Eu-tròpia
43 Young Care Italia
44 AIAS Bologna (Associazione Italiana Assistenza Spastici)
45 Amnesty International – Sezione Italiana OdV
46 Gli altri siamo noi OdV
47 Iura – Agenzia per i diritti delle persone con disabilità
48 Toponomastica femminile
49 Accaparlante Cooperativa Sociale Bologna
50 CDH – Centro Documentazione Handicap APS Bologna
51 FISH Nazionale (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap)
52 LEDHA (Lega per i Diritti delle Persone con Disabilità e componente lombarda della FISH – Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap)
53 Rete delle donne AntiViolenza ETS di Perugia
54 Associazione Paraplegici Livorno
55 AISM (Associazione Italiana Sclerosi Multipla)
56 ANFFAS Udine (Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale)
57 A.N.Fa.Mi.V. di Udine (Associazione Nazionale delle Famiglie delle persone con Minorazioni Visive)
58 Associazione La Nostra Comunità di Milano

Adesioni di persone (in ordine di arrivo)

1 Vittoria Doretti
2 Paola Cavalieri
3 Giuseppe Zecchini
4 Anna Francesca Masiero
5 Sara Boicelli
6 Silvia Cutrera
7 Vincenzo Lorubbio
8 Simona Ferlin
9 Luisella Bosisio Fazzi
10 Orietta Baù
11 Silvia Fasolin
12 Sara Bonanno
13 Simone Madussi
14 Ubaldo Balestriere
15 Simona Sforza
16 Aldo Schiavello
17 Simona Maffei
18 Isabella Groppi
19 Federica Danesi
20 Sofia Cuberli
21 Luisa Mariani
22 Antonella Rosa
23 Federico Girolomoni
24 Chiara Cuberli
25 Marta Silimbani
26 Maria Tarallo
27 Elisabetta Stellato
28 Annalisa Cuberli
29 Nadia Fiorentino
30 Eliane Rodrigues
31 Maria Grazia Nichetti
32 Sara Lancioni
33 Marcella Corsi
34 Paolo Addis
35 Vito Totire
36 Simonetta Cuberli
37 Luca Benvenga
38 Mario Bernardini
39 Ivonne Pattuelli
40 Marina Lombardi
41 Paola Persici
42 Alberto Brugnettini
43 Cinzia Mancini
44 Laura Scudieri
45 Nathalie Paris
46 Maria Chiara Quadrini
47 Linda Lamborghini
48 Bimba Landmann
49 Sandra Rossetti
50 Pietro Lodi
51 Cinzia Pennati
52 Vincenzo Cadoni
53 Andrea Pancaldi
54 Mara Ruele
55 Mauro Pirani
56 Emanuele Giorgi
57 Gabriele Giorgi
58 Antonella Tarantino
59 Maria Paola Giubileo
60 Francesco Comelli
61 Barbara Badiani
62 Grazia Trunfio
63 Giovanni Conte
64 Tommasa Lombardi
65 Haila Panciatici
66 Lia Quartapelle
67 Antonino Falduto
68 Barbara Pianca
69 Vincenza Conte
70 Francesca Bianchi
71 Maria Antonietta Mancusi
72 Silvia Giorgi
73 Giacomo Capuzzo
74 Tiziana Mones
75 Elena Wenk
76 Cristiana Giachin
77 Elisa Caramori
78 Irene Imperatore
79 Sara Patriarchi
80 Emiliano Carnieri
81 Anna Buccheri
82 Elena Biltchinskaia
83 Iacopo Melio
84 Thomas Casadei
85 Agostino Cera
86 Marta Sousa
87 Daniela Garniga
88 Karen Guerra
89 Stefania Vedovato
90 Martina Barletta
91 Salvatore Nocera
92 Lucia Magionami
93 Alessandra Dei
94 Sara Martino
95 Luca Muscialini
96 Rita Gallo
97 Nicola Conti
98 Barbara Bove
99 Debora Rita Sigismondo
100 Daniele Paleari
101 Paola Conti
102 Valentina Matteucci
103 Carlo Piarulli
104 Giuseppe De Franco
105 Marta Fredditori
106 Stefano Polistina
107 Olimpia Cecere Palazzo
108 Lorenzo Cecere Palazzo
109 Giannetta Zedda
110 Sabrina Prescenzo
111 Rossana Diara
112 Francesca Magini
113 Angelina Maruccia
114 Assunta Maruccia
115 Giuseppina Maruccia
116 Maria Cecere Palazzo
117 Emilio Braccini
118 Viola Braccini
119 Laura De Battisti
120 Allegra Magenta
121 Daniela Di Carlo
122 Barbara Paoli
123 Giovanni Caprio
124 Massimiliano Verga
125 Ciro Tarantino
126 Sonia Brunati
127 Nadia Boaretto
128 Michela Marzano
129 Federico Scotti
130 Gianmario Scotti
131 Sara Carnovali
132 Paola Magi
133 Margherita Pezzella
134 Roberta Curia
135 Giulia Caselli
136 Catia Cateni
137 Dori Pisana
138 Greta Pisana
139 Cristina Marchetti
140 Francesca Rosa
141 Fulvia Mantovani
142 Monica Mazzoni
143 Monica Michel
144 Mosella Ceccarelli
145 Paola Fancelli
146 Roberta Meini
147 Claudia Cipollini
148 Cristina Giunti
149 Jose Willis
150 Rossella Vecce
151 Rossana Giorgi
152 Annamaria Orlandini
153 Carla Lezzi
154 Paola Picanza
155 Claudia Tamborini
156 Daniela Bini
157 Alessandra Scola
158 Antonella Carta
159 Rossella Valeri
160 Anna Tondini
161 Lisa Cheti
162 Romina Belfiore
163 Chiara Venturi
164 Francesca Nani
165 Stefania Mano
166 Piera Vallesi
167 Sabrina Nipiotti
168 Anna Ratz
169 Giuseppina Paganucci
170 Patrizia Nuterini
171 Maura Ricottini
172 Delia Cecchi
173 Martina Conforti
174 Chiara Conforti
175 Norma Anzelmi
176 Rossella Lelli
177 Edy Bartolini
178 Rosanna Gallo
179 Simona Bianco
180 Samia Ibrahim
181 Chiara Menescalchi
182 Raffaella Mezzopane
183 Annamaria Gesa
184 Adriana De Luca
185 Silvia Cara
186 Fabrizio Favilli
187 Simone Bassoli
188 Manuela Giuliani
189 Mara Gasbarrone
190 Gioia Lanzone
191 Silvia Calderone
192 Stefania Dondero
193 Simonetta Cormaci
194 Silvia Zaru
195 Rosella Bariani
196 Barbara Araldi
197 Silvia Cattafesta
198 Adriana Belotti
199 Fausto Casati
200 Michele Stefanelli
201 Serena Simoni
202 Nadia Greco
203 Fabrizio Torsi
204 Lorenza Vettor
205 Stefania Riotti
206 Maria Paola Patuelli
207 Valia Galdi
208 Laura Girolomoni

Vedi anche:

Campagna “Non c’è posto per te!”: un riscontro dalla Ministra per le Pari Opportunità, «Informare un’h», 28 febbraio 2024.
Il Municipio Roma III approva un ordine del giorno per superare i criteri di esclusione delle ospiti dei Servizi Antiviolenza, «Informare un’h», 25 gennaio 2024.
La campagna di sensibilizzazione “Non c’è posto per te!” arriva alle Istituzioni, «Informare un’h», 17 gennaio 2024.
L’uguaglianza è una luce che risplende nell’intimo, «Informare un’h», 12 novembre 2023.
Servizi Antiviolenza “inconsapevolmente” discriminatori, «Informare un’h», 28 settembre 2023.
Quando sono le Case rifugio a discriminare tra donne vittime di violenza, «Informare un’h», 1° settembre 2023.
Il rapporto Istat sul Sistema di protezione per le donne vittime di violenza e la disabilità, «Informare un’h», 30 agosto 2023.
Servizi antiviolenza preparati ad accogliere donne con disabilità – 2022.
Linee guida per accogliere donne con disabilità vittime di violenza – 2022.
Dossier – Convenzione di Istanbul e donne con disabilità – 2023.
Sezione del centro Informare un’h dedicata al tema “La violenza nei confronti delle donne con disabilità”.
Sezione del centro Informare un’h dedicata al tema “Donne con disabilità”.

 

Data di creazione: 22 Ottobre 2023

Ultimo aggiornamento il 28 Febbraio 2024 da Simona