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Il Municipio Roma III approva un ordine del giorno per superare i criteri di esclusione delle ospiti dei Servizi Antiviolenza

Il Municipio Roma III, nella giornata di ieri, ha approvato all’unanimità un Ordine del Giorno che, facendo riferimento ai criteri di esclusione adottati dalle Case rifugio nei confronti di donne con difficoltà complesse e con disabilità, avanza delle “Proposte di integrazione dei Servizi Anti-violenza per il superamento di un’accoglienza selettiva”. Dopo l’importante numero di soggetti aderenti, si tratta di un’ulteriore conseguenza tangibile suscitata dalla campagna di sensibilizzazione “Non c’è posto per te!

Disegno di un volto femminile realizzato ad acquerello.

Nella giornata di ieri, 24 gennaio 2024, il Municipio Roma III ha approvato all’unanimità un Ordine del Giorno che, facendo riferimento ai criteri di esclusione adottati dalle Case rifugio nei confronti di donne con difficoltà complesse e con disabilità, avanza delle “Proposte di integrazione dei Servizi Anti-violenza per il superamento di un’accoglienza selettiva”. L’importante atto, disponibile a questo link, è stato presentato da Paola Cavalieri, presidente della Commissione Politiche Sociali, Sanitarie e Abitative, e Maria Tarallo, presidente della Commissione Pari Opportunità e Politiche Giovanili, e si pone in continuità con un’altra apprezzabile iniziativa intrapresa dallo stesso Municipio III nel maggio 2023, iniziativa che ha portato all’approvazione di un Addendum che ha introdotto nel vigente “Protocollo d’Intesa per la promozione delle strategie condivise finalizzate alla prevenzione ed al contrasto del fenomeno della violenza nei confronti delle donnespecifici interventi rivolti alle donne con disabilità (si veda: Municipio Roma III, un virtuoso esempio di contrasto alla violenza sulle donne con disabilità).

Su un prato circondato da fogliame variopinto c’è una panchina rossa.
L’immagine scelta per la campagna di sensibilizzazione “Non c’è posto per te!” è una “panchina rossa ostile” realizzata dall’illustratrice Paola Formica. Essa vuole essere il simbolo di un’accoglienza selettiva che va superata. Si tratta di una panchina rossa sulla cui seduta è stato applicato un divisorio per impedire che le persone senza fissa dimora vi si possano sdraiare. Essere senza fissa dimora è uno dei criteri di esclusione dall’accoglienza delle ospiti adottati dalle Case rifugio.

L’Ordine del Giorno approvato ieri si configura come un sostanziale accoglimento delle istanze portate avanti con “Non c’è posto per te!”, una campagna di sensibilizzazione per l’equità di accesso ai Servizi Antiviolenza del nostro Paese, a cui hanno aderito più di 60 Enti  (tra patrocinanti e aderenti) ed oltre 200 persone (se ne legga a questo link; si segnala inoltre che, nei giorni scorsi, l’iniziativa è stata formalmente segnalata alle massime Istituzioni: se ne legga a quest’altro link). In specifico la campagna di sensibilizzazione è stata intrapresa a seguito della pubblicazione del rapporto Istat denominato Sistema di protezione per le donne vittime di violenza – anni 2021-2022, dal quale risulta che il 94,1% delle Case rifugio si è dotata di criteri di esclusione dall’accoglienza delle ospiti, e che il 61,4% di esse ne ha introdotto di ulteriori in relazione ai figli e alle figlie delle ospiti. Nel testo era evidenziato come le donne escluse dai Servizi Antiviolenza fossero tutte donne esposte a discriminazione multipla/intersezionale (tra queste anche donne con disabilità psichiatrica). Ulteriori aspetti esplicitati mettevano in luce come detti criteri di esclusione siano in contrasto con i princìpi di uguaglianza e non discriminazione enunciati nell’articolo 4 della Convenzione di Istanbul (la Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica), e che essendo in genere le Case rifugio gestite dai Centri Antiviolenza, questi ultimi non fossero estranei a questa pratica discriminatoria.

Introdotto da una ben articolata illustrazione dei più autorevoli riferimenti normativi in materia di uguaglianza formale e sostanziale (la Costituzione Italiana), di contrasto alla violenza di genere (la già citata Convenzione di Istanbul), e di diritti delle persone con disabilità (la Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità, ratificata dall’Italia con la Legge 18/2009), nonché dall’esposizione delle politiche portate avanti dall’attuale Amministrazione di Roma Capitale su questi temi, l’Ordine del Giorno entra nel dettaglio dei criteri di esclusione ripostati nel citato rapporto Istat.

In questo spazio segnaliamo solo alcune delle numerose considerazioni esplicitate nel documento. In esso, pur prendendo atto delle difficoltà espresse dai Servizi Antiviolenza, che spesso lamentano risorse limitate e mancanza di personale specificamente formato per affrontare la complessità di alcune situazioni, non si ritiene che tali difficoltà possano «giustificare i criteri discriminanti messi in atto nei confronti di cittadine dello Stato in strutture che fruiscono di fondi pubblici. Tanto più che “non accogliere” in certi frangenti può significare far rischiare la vita a persone che hanno ancora meno strumenti, se possibile, di donne vittime di violenza non esposte a discriminazione multipla/intersezionale». È invece considerata opportuna la diffusione sul territorio nazionale «di best practices, esperienze virtuose messe in atto presso alcuni Servizi Anti-violenza, in particolare attrezzati ad esempio ad accogliere donne con disabilità che hanno subìto violenza» (in merito sono esplicitamente citate le esperienze virtuose indicate nel repertorio disponibile a questo link).

A fronte di queste premesse, il Consiglio del Municipio Roma III rivolge al sindaco, all’assessora alle Politiche Sociali e Servizi alla Persona e all’assessora alle Pari Opportunità le seguenti richieste:

  • «- Introdurre il rispetto del principio di non discriminazione quale requisito richiesto nell’àmbito delle procedure ad evidenza pubblica per l’affidamento dei Servizi anti-violenza;
  • – Prevedere una finestra temporale entro la quale i Servizi anti-violenza di Roma Capitale si adoperino per eliminare meccanismi di esclusione dall’accoglienza di alcune categorie segnatamente più fragili di donne vittime di violenza e della loro prole;
  • Indurre i Servizi anti-violenza, mediante tutti gli strumenti a disposizione dell’Amministrazione di Roma Capitale, a:
    • eliminare i meccanismi di esclusione dall’accoglienza delle ospiti e della loro eventuale prole;
    • costituire reti territoriali finalizzate alla presa in carico delle donne vittime di violenza esposte a discriminazione multipla/intersezionale;
    • – prevedere équipes multidisciplinari ad assetto variabile, a seconda delle peculiarità delle situazioni che si presentino, e adottare strumenti e metodologie altamente flessibili, coinvolgendo Associazioni, Enti del Terzo Settore e del volontariato in caso di scarsità di risorse dedicabili;
    • formare operatrici e operatori con riguardo all’analisi intersezionale su incroci di vulnerabilità, in particolare in presenza di situazioni di disabilità;
    • – porre attenzione all’accessibilità al servizio da parte di persone con disabilità o straniere, sia in termini fisici (assenza di barriere architettoniche nelle loro sedi), che in termini più generali (disponibilità di interpreti della Lingua dei Segni – LIS, di assistenti alla comunicazione, possibilità di comunicare situazioni di pericolo non solo via telefono ma anche per messaggistica)».

Il Consiglio del Municipio Roma III «chiede inoltre al Sindaco di farsi portatore delle istanze summenzionate presso il Presidente e la Giunta della Regione Lazio, affinché si adoperino per eliminare meccanismi di esclusione dall’accoglienza di alcune categorie segnatamente più fragili di donne vittime di violenza e della loro prole, omologando e parificando la situazione dei Servizi Anti-violenza in tutti i Comuni della Regione».

In conclusione non possiamo non esprimere la nostra sincera gratitudine a tutto il Consiglio del Municipio Roma III, ed in particolare alle consigliere Cavalieri e Tarallo, per la prontezza e la sollecitudine con la quale in più occasioni si sono fatti carico delle istanze provenienti dalle fasce di popolazione maggiormente esposte a marginalità sociale, producendo e approvando atti finalizzati a promuovere politiche realmente inclusive.
Nella giornata di ieri c’è stato un ulteriore fatto degno di nota: la ministra per le Disabilità Alessandra Locatelli ha riunito l’Osservatorio Nazionale sulla Condizione delle Persone con Disabilità, ed il comunicato stampa che ne è seguito ha, tre le altre cose, reso noto che «si è inoltre costituito il gruppo “Donne e violenza” che si occuperà nello specifico delle azioni di contrasto alla violenza sulle donne con disabilità». Come Centro Informare un’h continueremo, ovviamente, a seguire gli sviluppi ed a lavorare affinché anche le donne soggette a discriminazione multipla/intersezionale possano vivere libere dalla violenza.

Simona Lancioni
Responsabile di Informare un’h – Centro Gabriele e Lorenzo Giuntinelli di Peccioli (Pisa)

 

Estremi dell’atto:

Roma. Municipio III Montesacro, Ordine del Giorno avente ad oggetto: “Criteri di esclusione delle Case-Rifugio nei confronti di donne con difficoltà complesse e con disabilità – Proposte di integrazione dei Servizi Anti-violenza per il superamento di un’accoglienza selettiva”, approvato all’unanimità il 24 gennaio 2024.

 

Vedi anche:

Municipio Roma III.

Municipio Roma III, un virtuoso esempio di contrasto alla violenza sulle donne con disabilità, «Informare un’h», 29 giugno 2023.

Sezione del centro Informare un’h dedicata al tema “La violenza nei confronti delle donne con disabilità”.

Sezione del centro Informare un’h dedicata al tema “Donne con disabilità”.

 

Ultimo aggiornamento il 25 Gennaio 2024 da Simona