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Toscana e vaccini anti-Covid, sui caregiver ancora non ci siamo

Dalla Regione Toscana una timida apertura sulla vaccinazione dei/delle caregiver: verranno vaccinati i/le caregiver delle persone con disabilità che non possono vaccinarsi. E gli/le altri/e (quelli/e delle persone con disabilità che possono vaccinarsi)? Per loro non è prevista alcuna priorità di vaccinazione, e nessuno spiega chi presterà assistenza alle persone disabili qualora il/la caregiver dovesse contrarre il Covid-19.

 

La mano di un caregiver incontra e sorregge quella di una persona con disabilità.

Come abbiamo già avuto modo di raccontare, la Regione Toscana ha approvato il programma regionale delle vaccinazioni anti-Covid con la specificazione delle diverse fasi e dell’ordine con cui le differenti categorie di soggetti potranno accedere alla profilassi. Seguendo le indicazioni espresse in merito dal Ministero della Salute, anche la Regione Toscana ha inserito nella seconda fase del programma di vaccinazione la categoria delle persone “estremamente vulnerabili”* indipendentemente dall’età individuando una serie di patologie dalle quali dovrebbero essere interessate le persone che possono accedere prioritariamente al vaccino. Pur apprezzando lo sforzo di recepire le reiterate richieste provenienti dall’associazionismo delle persone con disabilità e dalle loro famiglie di includere queste persone tra i soggetti da vaccinare prioritariamente (gli appelli in tal senso sono stati numerosissimi), ci sono diversi aspetti problematici. Intanto la scelta di non indicare categorie di persone ma di patologie è sbagliata sia sotto un profilo concettuale che culturale: le persone con disabilità non sono la loro patologia, e vedere che la materia sanitaria è affrontata con questo approccio nei documenti ministeriali prima, ed in quelli regionali poi, non è una questione da potersi prendere con leggerezza. In secondo luogo anche sulle categorie di patologie sono state rilevate lacune e ambiguità. Prova ne sia, ad esempio, la lettera appello indirizzata al Ministro della Salute Roberto Speranza firmata dalla UILDM (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare), in accordo con Famiglie SMA (atrofia muscolare spinale) e i Centri clinici NeMO (NeuroMuscular Omnicentre), riguardo alla poca chiarezza del piano vaccinale rispetto all’individuazione delle patologie neurologiche. Infine c’è un’altra questione importantissima: sia a livello nazionale che regionale non è previsto che assieme alle persone con disabilità siano vaccinati anche i loro caregiver. Su quest’ultimo aspetto è interessante il comunicato diramato dalla Regione Toscana il 3 marzo scorso.

Il comunicato in questione rende noto che dal giorno 4 marzo sarebbe partita la vaccinazione le persone “estremamente vulnerabili”, e che queste sarebbero state contattate dalle aziende sanitarie e ospedaliero-universitarie che le hanno in carico. Le vaccinazioni sono effettuate con il vaccino Moderna. Quindi viene specificato quanto segue: «Qualora alcuni di questi soggetti “estremamente vulnerabili” non possano essere vaccinati per le loro particolari condizioni di salute, potranno essere vaccinati i conviventi o coloro che li assistono.»

Il comunicato fa esplicito rifermento ad un caso di cui si sono occupati i quotidiani locali. Giovanni, un signore di Carrara di 91 anni, già in lista per la vaccinazione, ha deciso di cedere il proprio posto a Cinzia, una donna di Massa, madre e caregiver di Mattia. Mattia è un giovane uomo di 22 anni con disabilità intellettiva che, a causa del suo quadro clinico, non può essere vaccinato. Sempre sulla stampa locale, Cinzia aveva rivolto un appello alle autorità competenti chiedendo di essere vaccinata per non esporre a rischi suo figlio con il quale, proprio per l’assistenza prestata, vive a stretto contatto. Da ciò il gesto di generosità di Giovanni: «Vaccinate lei. È una mamma con un bambino disabile, lei davvero non può ammalarsi, e non può permettersi di portare il virus in casa. Io ho 91 anni, credo proprio di essere meno utile» (si veda, a tal proposito, la seguente nota informativa).

Sulla questione si è espresso lo stesso presidente regionale, Eugenio Giani. «Dobbiamo utilizzare tutti gli strumenti a nostra disposizione, per proteggere la salute delle fasce più deboli della popolazione e, in particolare, di quelle persone che per la gravità delle loro patologie non possono accedere a questa importante opportunità di immunizzazione, favorendo la vaccinazione dei loro familiari o delle altre figure con cui condividono la quotidianità – ha dichiarato -. Sarà nostro compito, attraverso le strutture sanitarie dedicate, agire tempestivamente, e creare attorno a queste persone estremamente vulnerabili, un vero e proprio cordone protettivo».

Sulla stessa linea sono anche le dichiarazioni di Simone Bezzini, assessore regionale alla Sanità. «Nel rispetto del piano nazionale e in relazione alle quantità e alle caratteristiche dei vaccini a oggi disponibili – ha chiarito Bezzini – il programma della Toscana punta a vaccinare più persone possibili, a partire da chi è più fragile. La nostra organizzazione multicanale ci consente di portare avanti più filoni in parallelo, secondo le priorità indicate dal Ministero, tra i quali quello per le persone estremamente vulnerabili, una delle fasce più a rischio. Nel caso non possano ricevere il vaccino, in relazione al proprio stato di salute, è prevista la vaccinazione dei conviventi o di chi si prende cura di loro. È questo il caso del giovane apuano, per proteggere il quale saranno vaccinati i suoi genitori, insieme ad altri. In parallelo prosegue la vaccinazione degli ultraottantenni a cura dei medici di medicina generale. Anche il signore novantunenne potrà, quindi, ricevere la prima somministrazione nelle modalità previste, senza dover rinunciare alla sua dose di vaccino, offerta con così grande generosa umanità, di cui lo ringrazio. La vaccinazione è uno strumento di prevenzione importantissimo, per difenderci dal virus, e nessuno ne sarà privato» (grassetti nostri nella citazione).

Pertanto suona quanto meno ambiguo il titolo trionfale dell’articolo pubblicato il 4 marzo sulla testata «Fanpage.it»: “A 91 anni dona la sua dose alla mamma di un disabile: grazie a lui ora i caregiver saranno vaccinati”. Poi l’occhiello specifica: «Battaglia vinta per mamma Cinzia e per tutti i famigliari di disabili e persone fragili e caregiver. La regione Toscana ha infatti inserito accompagnatori e parenti delle persone rientranti nella categoria “estremamente fragili” tra quelle aventi diritto al vaccino qualora queste ultime siano impossibilitate a riceverlo». Ecco: quel «qualora queste ultime siano impossibilitate a riceverlo» circoscrive il perimetro dei/delle caregiver che riceveranno il vaccino prioritariamente. Se la persona con disabilità può essere vaccinata, il/la sua cargeiver non riceverà il vaccino assieme a lei.

La domanda rimane pertanto la stessa espressa anche in altre occasioni: se si ammala il/la caregiver di una persona con disabilità che può essere vaccinata, chi presta assistenza a quest’ultima? Il/la caregiver deve continuare a prestare assistenza anche se ha il Covid-19? Se non è in condizione di farlo, perché né lo Stato né la regione hanno ritenuto prioritario tutelarlo/a, che ne è delle persone disabili a cui prestano assistenza?

Ci rallegriamo del fatto che vengano vaccinati i/le caregiver delle persone con disabilità che non possono vaccinarsi. È comunque un passo avanti rispetto a prima. Ma la questione non è risolta. Dallo Stato e dalla Regione (da tutte le Regioni) vorremmo sapere cosa pensano di fare con tutti gli altri e tutte le altre caregiver.

Simona Lancioni

Responsabile del centro Informare un’h di Peccioli (PI)

 

* Rientrano nella definizione di estremamente vulnerabili, a prescindere dall’età, le persone interessate da: fibrosi polmonare idiopatica e altre patologie respiratorie gravi che necessitino di ossigenoterapia; malattie cardiocircolatorie; condizioni neurologiche (sclerosi laterale amiotrofica; sclerosi multipla; paralisi cerebrali infantili; pazienti in trattamento con farmaci biologici o terapie immunodepressive; miastenia gravis; patologie neurologiche disimmuni); diabete e altre endocrinopatie severe quali mordo di Addison; fibrosi cistica; insufficienza renale/patologia renale; grande obesità; malattie autoimmuni – immunodeficienze primitive; malattie cerebrovascolari; patologia oncologica e talassemica; sindrome di Down; trapianto di organo solido: in lista di attesa e sottoposti a trapianto emopoietico dopo 3 mesi dal trapianto ed entro 1 anno dalla procedura.

 

Vedi anche:

Covid-19, da domani si vaccinano le persone “estremamente vulnerabili”, «Toscana Notizie», 3 marzo 2021.

Massa, vaccino ai genitori del disabile e all’anziano che voleva rinunciare per loro, «La Nazione», 3marzo. 2021.

Vaccini, a Carrara un gesto di solidarietà nei confronti di una mamma caregiver, «Informare un’h», 1 marzo 2021.

Toscana, vaccinazioni anti-Covid e persone con disabilità, «Informare un’h», 12 febbraio 2021.

 

Ultimo aggiornamento il 5 Marzo 2021 da Simona