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Una raccolta firme per una Proposta di Legge di riforma dell’amministrazione di sostegno

dell’Associazione Diritti alla Follia

Il prossimo giovedì 18 aprile l’Associazione Diritti alla Follia depositerà presso la Cancelleria della Corte Suprema di Cassazione, a Roma, una Proposta di Legge di iniziativa popolare per l’abolizione dell’interdizione, dell’inabilitazione, e per la riforma dell’amministrazione di sostegno.

L’imponente palazzo della Corte Suprema di Cassazione, a Roma.

Sono passati otto anni da quando – nell’agosto del 2016 – il Comitato ONU per i diritti delle persone con disabilità istituito dalla Convenzione ONU per i Diritti delle Persone con Disabilità (CRPD) raccomandava all’Italia la necessità di rispettare i diritti riconosciuti dalla Convenzione alle persone con disabilità, provvedendo all’abolizione dell’interdizione, dell’inabilitazione e dell’amministrazione di sostegno applicata con modalità “sostitutiva”.

Gli antichi istituti dell’interdizione, dell’inabilitazione e (in moltissimi casi)  il nuovo strumento dell’amministrazione di sostegno, infatti, portano in sé una latitudine di poteri conferiti al Giudice Tutelare ed al tutore/curatore/amministratore di sostegno, tale da corrispondere  in decine di migliaia di casi alla possibilità di sostituirsi al “beneficiario” (così lo definisce la Legge) nella scelta del luogo dove vivere, delle comunicazioni da intrattenere, delle cure cui sottoporsi, etc…, con una “delega in bianco” che viola in modo clamoroso gli obblighi internazionali dell’Italia quale firmataria della Convenzione (con la Legge 18/2009).

Con particolare riguardo alla Legge 6/2004, che ha introdotto la figura dell’Amministratore di sostegno (e mettendo da parte i casi di vere e proprie vergognose ruberie di cui spesso la cronaca rende rappresentazione [se ne legga a questo link, N.d.R.]), ci si trova oggi di fronte ad un ordinario, spaventoso calpestamento dei diritti dei “beneficiari”, cioè di quelle persone che, trovandosi in una condizione di diminuita autosufficienza, vengono affidate ad un amministratore di sostegno.

Internamenti forzati in strutture sanitarie; impossibilità di avvalersi di una difesa legale; separazione brutale da familiari, congiunti di fatto, amici; cinica sordità di fronte alle più svariate esigenze esistenziali; coercizione farmacologica con aggiramento delle garanzie stabilite dalla disciplina del trattamento sanitario obbligatorio (TSO): le denunce di fatti di questo genere si contano a migliaia. Ed è solo la punta dell’iceberg: moltissimi – familiari o diretti interessati – subiscono in silenzio, per paura di rappresaglie, per il timore di trovarsi coinvolti in lunghe e costose vicende giudiziarie o solo per vergogna.

Attorno a tali istituti si è sviluppato, nel tempo, un torbido mondo di alleanze e cointeressenze che lega Giudici Tutelari, amministratori, medici, servizi sociali, consulenti tecnici, strutture sanitarie private. La “professione” di tutore, curatore, amministratore di sostegno consente di gestire, spesso dietro ricchi compensi esentasse, anche più di 50 individui.

L’Associazione radicale Diritti alla Follia dopo anni di ascolto, sensibilizzazione e denuncia, passa adesso alla mobilitazione di cittadine e cittadini per dare forza ad una necessaria  riforma che il Parlamento non si decide a compiere: giovedì 18 aprile, alle ore 11, a Roma, una delegazione di associati e “testimoni” della barbarie di tali istituti, depositerà presso la Cancelleria della Corte di Cassazione una Proposta di Legge di iniziativa popolare – il cui testo è disponibile a questo link – per l’abolizione dell’interdizione, dell’inabilitazione, e per la riforma dell’amministrazione di sostegno: per evitare che continuino ad essere strumenti al servizio dell’istituzionalizzazione forzata.

Sarà presente Nina Palmieri, giornalista del programma televisivo ‘Le Iene’, oggi sotto processo per avere denunciato l’internamento forzato – grazie all’amministrazione di sostegno – di Carlo Gilardi: una vicenda che ha consentito di disvelare all’intero Paese una realtà ordinariamente clandestina: determinando interrogazioni parlamentari ed una sentenza della Corte Europea per i Diritti dell’Uomo (CEDU) che ha censurato la violazione dei diritti fondamentali del professore di Airuno, in provincia di Lecco (scomparso il 27 ottobre del 2023 senza che gli fosse stato consentito di tornare a casa [se ne legga a questo link, N.d.R.]).  Nina Palmieri si è occupata anche della vicenda della ragazza fiorentina Yaska, interdetta e costretta ad abortire contro la sua volontà [si veda lo specifico Dossier, N.d.R.].

Ci sarà Barbara Pavarotti, giornalista, protagonista di una drammatica vicenda che l’ha vista totalmente estromessa dalla vita e dalle cure al compagno, rinchiuso in una resistenza sanitaria assistita dopo essere stato sottoposto all’amministrazione di sostegno e senza avere avuto la possibilità di interloquire all’interno della procedura per l’assenza di legami di sangue con il “beneficiario” (mentre la Proposta di Legge valorizza, a questo fine, anche i rapporti consolidati di affetto che non corrispondano ad un legame parentale…). Barbara Pavarotti, così facendo della sua sofferenza ragione di impegno civile per le altre “vittime” dell’amministrazione di sostegno, con la regista Roberta Zanzarelli, è stata autrice di un docufilm – La prigionia dei vecchi e degli inutili – che documenta il dramma dello sradicamento e dell’istituzionalizzazione vissuto da decine di migliaia di persone, specie anziani.

Ci saranno gli avvocati che hanno incrociato – nel corso della loro attività professionale – le vicende di cui parliamo: da Antonio Ingroia, che ha difeso Gina Lollobrigida nel calvario che – da “beneficiaria” di amministrazione di sostegno – ha affrontato negli ultimi anni della sua vita; a Carlo Taormina, che è pubblicamente intervenuto a più riprese per denunciare la mortificazione dei diritti della difesa in  tali procedure; a Gioacchino Di Palma, dell’Associazione Telefono Viola, che oggi vive in prima persona gli effetti perversi dell’attuale normativa: essendo stato condannato “in proprio” a risarcire le spese al termine di un processo in cui il mandato conferitogli da un “beneficiario” di amministrazione di sostegno è stato qualificato come “inesistente”: a testimonianza della condizione di minorata difesa vissuta dagli sfortunati protagonisti di tali procedure.

Comincia un cammino nel quale fare valere le ragioni della salvaguardia dei diritti fondamentali delle persone con disabilità psicosociale. Fragili non sono loro, fragili sono le garanzie giuridiche poste a presidio della loro dignità: occorre rafforzarle.

Hanno aderito all’iniziativa, rendendosene promotori, e saranno presenti al deposito della proposta, l’Associazione Michele Baù con lo psichiatra Giuseppe Galdi, l’Associazione Spazio Disponibile con il presidente Silvio D’Angerio, il Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani OdV (CCDU) con il vicepresidente Alberto Brugnettini, il Centro di Relazioni Umane con la referente dott.ssa Maria Rosaria d’Oronzo.

L’Associazione incontrerà gli organi della stampa nello spazio all’aperto antistante la Corte di Cassazione dalle ore 12.30. È prevista una diretta che sarà trasmessa sulla pagina Facebook dell’Associazione a questo link.

 

Per informazioni: dirittiallafollia@gmail.com

 

Vedi anche:

Associazione Diritti alla Follia.

Proposta di Legge di riforma dell’istituto dell’amministrazione di sostegno.

Campagna di informazione e denuncia “Se la tutela diventa ragnatela” lanciata dall’Associazione Diritti alla Follia ad aprile 2021.

Amministrazione di sostegno, doveva essere un abito su misura… invece, «Informare un’h», 18 febbraio 2022.

Sezione del centro Informare un’h dedicata al tema della “Tutela giuridica”.

 

Ultimo aggiornamento il 15 Aprile 2024 da Simona