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Un repertorio dei servizi per la salute sessuale e riproduttiva preparati ad accogliere donne con disabilità

Nonostante sia sancito dalla Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità, nel nostro Paese l’accesso ai servizi per la salute sessuale e riproduttiva delle ragazze e delle donne con disabilità non è ancora garantito. Partendo da questo dato sconfortante abbiamo pensato fosse utile realizzare un repertorio dei servizi per la salute sessuale e riproduttiva preparati ad accogliere donne con disabilità. Crediamo che conoscere le esperienze virtuose sia importante per creare una consapevolezza dei diritti, ed anche perché può far venire la voglia di replicarle.

 

Un’opera pittorica dell’artista turca Hülya Özdemir raffigura le spalle ed il viso di una donna che accosta due fiori ai capelli.

La Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità (ratificata dall’Italia con la Legge 18/2009) riconosce che «le persone con disabilità hanno il diritto di godere del migliore stato di salute possibile, senza discriminazioni fondate sulla disabilità», dunque impegna gli Stati a garantire questo diritto, e precisa anche che l’accesso ai servizi sanitari (compresi quelli nella sfera della salute sessuale e riproduttiva) deve tener conto delle «specifiche differenze di genere» (disposizioni enunciate nell’articolo 25 in tema di Salute, grassetti nostri nella presente e nelle successive citazioni testuali). Il motivo per cui nella Convenzione ONU sono state introdotte queste disposizioni è che il diritto alla salute delle persone con disabilità, e delle donne con disabilità in particolare, non è ancora garantito.

Che l’accesso ai servizi per la salute sessuale e riproduttiva delle ragazze e delle donne con disabilità non sia garantito lo ha rilevato anche il Comitato ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità nelle sue Osservazioni Conclusive al primo rapporto dell’Italia sull’applicazione della già menzionata Convenzione ONU del 2016 (punti 61 e 62). Il tema è trattato anche nel Secondo Manifesto sui diritti delle Donne e delle Ragazze con Disabilità nell’Unione Europea (adottato dall’Assemblea Generale del Forum Europeo sulla Disabilità nel 2011), che dedica ai diritti sessuali e riproduttivi un intero paragrafo (il paragrafo 8).

Lo scorso gennaio anche il Forum Italiano sulla Disabilità (FID) è tornato ad intervenire sulle discriminazioni che colpiscono le ragazze e le donne con disabilità: «l’invisibilità delle ragazze e delle donne con disabilità è la costante negativa che le caratterizza. […] Una invisibilità che è sia causa che effetto di discriminazione. Nella raccolta dei dati, nelle politiche di genere e di disabilità, nella struttura nazionale per lo sviluppo delle donne, nella partecipazione alla vita politica e pubblica, nel fenomeno della violenza e della violenza domestica, nell’educazione, nell’occupazione, nella salute, nello sport e nel tempo libero», in tutti questi ambiti le donne con disabilità sono discriminate, si legge nella Relazione inviata dal FID al Comitato CEDAW in vista del prossimo monitoraggio sull’attuazione della Convenzione sull’eliminazione di tutte le forme di discriminazione nei confronti delle donne in Italia. E più avanti: «le donne con disabilità affrontano diverse barriere che ostacolano la parità di accesso all’assistenza sanitaria e ai programmi di prevenzione delle malattie. Il 5,8% delle donne con disabilità ritiene di avere esigenze insoddisfatte di visite medica rispetto al 4,7% degli uomini con disabilità e all’1,9% della popolazione femminile generale [fonte: EIGE, Gender Equality Index, 2020, N.d.R.]. La riconversione dei servizi sanitari sul trattamento del COVID-19 ha ulteriormente penalizzato l’accesso delle donne con disabilità ai servizi di salute sessuale e riproduttiva e parto».

In questo quadro sconfortante abbiamo pensato fosse utile realizzare un repertorio dei servizi per la salute sessuale e riproduttiva preparati ad accogliere donne con disabilità. Non possiamo affermare che esso sia esaustivo – anche perché il monitoraggio è stato effettuato attraverso i siti delle strutture sanitarie, ed in essi è ancora abbastanza infrequente trovare informazioni che considerino in modo specifico l’accesso ai servizi da parte delle persone con disabilità –, tuttavia siamo disponibili ad aggiornalo ed integrarlo ogni volta che individueremo nuove esperienze virtuose.
Crediamo che conoscere le esperienze virtuose sia importante perché aiuta a creare la consapevolezza che l’accesso ai servizi per la salute sessuale e riproduttiva delle ragazze e delle donne con disabilità è un diritto. Conoscere le esperienze virtuose è importante anche perché può far venire la voglia di replicarle. Vi invitiamo pertanto a segnalarci le esperienze virtuose che ci fossero sfuggite a questo indirizzo e-mail info@informareunh.it, e, soprattutto, ad impegnarvi affinché che vengano replicate nei vostri contesti se abitate in un territorio scoperto da tali servizi.

Simona Lancioni
Responsabile del centro Informare un’h di Peccioli (Pisa)

 

Per approfondire:

Servizi per la salute sessuale e riproduttiva preparati ad accogliere donne con disabilità (repertorio) – 2021

Sezione del centro Informare un’h dedicata al tema “Donne con disabilità: diritti sessuali e riproduttivi”.

Sezione del centro Informare un’h dedicata al tema “Donne con disabilità”.

 

Ultimo aggiornamento il 30 Marzo 2021 da Simona